Caro energia, Confagricoltura: “Nei primi 6 mesi dell’anno aumento dei costi del 50% nel settore florovivaistico”

Il settore florovivaistico trentino ha subito anche una riduzione delle vendite di oltre il 20%

Il grido d’allarme per l’impennata dei costi produttivi ed energetici che attraversa tutta l’Europa arriva anche dal settore florovivaistico. A livello provinciale, come evidenzia il presidente di Aflovit sezione “Fiori del Trentino” Mario Calliari, “nei primi 6 mesi del 2022 abbiamo avuto un calo di vendite di oltre il 20% rispetto al 2021 e contestualmente un aumento dei costi pari al 50%“.

A preoccupare sono i costi di gas, petrolio ed energia in generale: “Le nostre aziende florovivaistiche, com’è noto, richiedono temperature minime dai 14 ai 20°C – precisa Calliari – per la produzione e la conservazione di piante e fiori e per la coltivazione di orchidee sono necessari 27°C durante tutto l’anno. Le difficoltà sono evidenti e rischiano di condizionare le scelte aziendali. È purtroppo evidente che fiori e piante, pur con il loro importante apporto nel migliorare l’ambiente, la psiche e la qualità della vita, rischiano di essere sacrificati per risparmiare nel timore della crescita dell’inflazione”.

Oltre ai costi produttivi ed energetici, in Italia ci sono anche un problema di manodopera, difficile da reperire, e gli effetti del cambiamento climatico, quali siccità e bombe d’acqua. Lo ha ribadito Confagricoltura in occasione del gruppo di lavoro Fiori e Piante del Copa Cogeca, che si è appena concluso in Olanda. Gli esperti europei si sono confrontati sul problema degli aumenti energetici e di produzione che, in assenza di misure urgenti, mettono in pericolo la tenuta dell’intero comparto all’interno della UE.

Il florovivaismo ha sempre avuto un ruolo centrale nell’economia agricola nazionale. L’Italia è tra i principali produttori di piante e fiori dell’Unione Europea e vanta una grandissima varietà grazie alle sue caratteristiche territoriali.

“Oggi il settore – sottolinea Confagricoltura del Trentino -, malgrado l’evidente flessione dovuta alla pandemia, rappresenta un valore alla produzione che supera i 2,6 miliardi di euro. Il saldo attivo della bilancia commerciale è di oltre 400 milioni di euro, per un totale di 27mila imprese, che danno lavoro a più di 100mila addetti”.

I florovivaisti chiedono misure a supporto del settore, quali accesso a credito agevolato per permettere alle aziende di avere liquidità per affrontare i mesi invernali e sussidi di supporto pubblico al settore florovivaistico, che includono trasferimenti diretti a produttori (sussidi diretti) e agevolazioni fiscali (sussidi indiretti), come aliquote agevolate, esenzioni o altri sgravi fiscali.

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