Capitale europea del volontariato 2024, le finaliste Trento e Leopoli si sono incontrate in Polonia

La delegazione trentina e la delegazione ucraina in Polonia per il titolo di città europea del volontariato 2024

È ancora aperta la sfida tra la cittadina ucraina Lviv (Leopoli) e Trento, che si contendono il titolo di capitale europea del volontariato 2024. Ieri, lunedì 4 ottobre, le delegazioni delle due città – composte dai rappresentanti dei rispettivi Comuni e dei Centri servizi per il volontariato – si sono presentate a Danzica, in Polonia, davanti alla platea del congresso Cev 2022 (Centre for European Volunteering).

Per Trento sono in viaggio Francesca Fiori e Giorgio Casagranda, rispettivamente coordinatrice e presidente del CSV Trentino, e l’assessora alle Politiche sociali Chiara Maule.

“È stata davvero una grande emozione – commenta l’assessora Maule – presentare la città di Trento davanti a una platea che riuniva tanti cittadini attivi e responsabili del continente europeo. La città di cui abbiamo parlato è una Trento di cui non sempre siamo consapevoli: è una comunità sensibile e generosa, come dimostrano le 660 associazioni impegnate nel sociale e nell’ambiente, nella protezione civile e nello sport, nella cultura e nell’educazione dei giovani”.

Ad ascoltare il racconto di Lviv e Trento c’erano alcune delle città che hanno già conquistato il titolo: innanzitutto proprio Gdansk (ovvero Danzica), capitale del volontariato 2022 e Trondheim (Norvegia), a cui passerà il testimone nel 2023. E poi, andando a ritroso, Berlino, Padova, Kosice (in Slovacchia), Aarhus (in Danimarca), Sligo (Irlanda), Londra, Lisbona e Barcellona.

“Comunque vada – aggiunge Maule – possiamo dire che ne è valsa davvero la pena: perché in questi lunghi mesi di preparazione della candidatura ci siamo conosciuti e riconosciuti: abbiamo capito quanto grandi siano le potenzialità del volontariato trentino e abbiamo impostato una strategia per il futuro. Tutto questo non sarebbe accaduto senza il grande impegno del nostro servizio Welfare, che ringrazio per le idee, le energie e l’impegno profusi in questa grande impresa”.

La delegazione trentina ha presentato la ricca rete di volontariato – è volontario 1 cittadino su 5 -, mentre Lviv si è focalizzata sull’esperienza della guerra, che ha mobilitato la popolazione in modo straordinario nell’assistenza a profughi, feriti, combattenti e anche per cercare di preservare la serenità di chi vive lontano dal fronte, soprattutto i più fragili, i minori e gli anziani.

“Trento e Lviv, due città, gli stessi colori (azzurro e giallo), avversarie nella competizione, ma amiche nella storia oltre che in questo drammatico presente”, hanno commentato l’assessora Maule e il presidente del Csv Casagranda al termine delle intense giornate di Danzica. E il 10 dicembre sapremo chi, se Lviv o Trento, riceverà il testimone da Trondheim e avrà il titolo di Capitale europea del volontariato 2024.

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