All’Arcivescovile di Trento un incontro sul rischio di infiltrazioni mafiose in Trentino

L’incontro di martedì 11 ottobre all’Arcivescovile di Trento

“L’iniziativa di oggi ha un duplice fine: fare fronte comune, anche sotto il profilo dell’aggiornamento professionale, su una minaccia sulla quale si può vincere solo facendo squadra tra tutte le Istituzioni, e valorizzare le lessons learned dell’indagine “Perfido”, che ha dimostrato a tutti la reale possibilità oggi di contaminazione mafiosa anche delle splendide e genuine valli del Trentino, e quindi l’esigenza per gli stessi presidi di polizia più periferici (quali le Stazioni Carabinieri) di una maggiore sensibilità e capacità nell’intercettare segnali di forme criminali che fino ad oggi si pensavano improbabili e remote per questo territorio. Finalità che si pongono ancor più attuali ed urgenti nella prospettiva delle peculiari e patologiche dinamiche che la straordinarietà del PNRR potrebbe generare anche in questa provincia”.

Queste le parole del comandante provinciale dei carabinieri, Matteo Ederle, sull’incontro che si è tenuto nella mattinata di martedì 11 ottobre nell’aula magna del Collegio Arcivescovile. Un convegno dedicato alla prevenzione e al contrasto dei fenomeni di infiltrazione mafiosa.

L’iniziativa è stata lanciata dal Comando Provinciale dei Carabinieri di Trento, e si rivolgeva principalmente a circa 90 ispettori comandanti delle aree periferiche. Hanno aderito anche rappresentanze di personale della Polizia di Stato e della Guardia di Finanza (circa 30 Ispettori), in una condivisa e sinergica volontà di comune aggiornamento in materia e di concreto impegno a difesa della genuinità di questo territorio.

I lavori sono stati aperti dal Commissario del Governo, Gianfranco Bernabei, che ha indirizzato il suo saluto alla particolare platea e ha dato il benvenuto agli autorevoli conferenzieri che si sono poi avvicendati negli approfondimenti, ricordando le cifre economiche mosse dalla criminalità organizzata rispetto al PIL nazionale e confermando che le migliori e più articolate indagini delle Forze di Polizia nascono proprio da piccoli spunti quotidiani dei singoli operatori; in primis, il Procuratore della Repubblica di Trento, Sandro Raimondi, che ha parlato dei margini di vulnerabilità del territorio trentino e della relativa appetibilità di alcuni settori economici, facendo cenno a precedenti giudiziari rilevanti e fornendo preziosi orientamenti per l’attività di monitoraggio e prevenzione, sottolineando che in questo settore, al di là di norme e procedure, contano ancora moltissimo le doti del “buon poliziotto”, ovvero curiosità e fantasia abbinati ovviamente all’intuito, in una unica parola “s’apercevoir”.

L’ufficiale del R.O.S., responsabile della Sezione Anticrimine di Trento, si è soffermato in particolare sul modus operandi con cui la criminalità organizzata si infiltra oggi nei settori economici maggiormente redditizi del nord Italia, non omettendo di evidenziare anche errori e debolezze della polizia giudiziaria che talvolta limitano l’efficacia del contrasto a tali fenomenologie.

Nella seconda parte dell’incontro, il direttore della filiale di Trento della Banca d’Italia, dr. Maurizio Silvi, e il Comandante del Gruppo Tutela Economia della Guardia di Finanza di TN, Tenente Colonnello Alessandro Mezzacappa, hanno illustrato il peculiare ruolo dei rispettivi enti di appartenenza nel contrasto al riciclaggio e i tentativi di infiltrazione mafiosa nell’economia, offrendo utili spunti su come individuare, tra le quotidiane dinamiche dei settori imprenditoriali della periferia, alcuni sintomi delle cosiddette operazioni sospette, e focalizzando così i punti di forza delle possibili forme di collaborazione interistituzionale.

Il Comandante Provinciale dei Carabinieri, Matteo Ederle, ci ha tenuto a spiegare che “l’iniziativa di oggi ha un duplice fine: fare fronte comune, anche sotto il profilo dell’aggiornamento professionale, su una minaccia sulla quale si può vincere”.

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