La ricerca di Piero. L’addio al fotografo Cavagna

Piero Cavagna nella foto di Gianni Zotta

Era stato il primo a presentarsi in conferenza stampa scattando immagini con una minuscola macchina fotografica, anticipo della “rivoluzione digitale” di questi anni. Per Piero Cavagna, morto sabato 8 ottobre a seguito di una caduta sul monte Gazza, era una tensione intellettuale e caratteriale quella di innovare, sperimentare, anticipare i tempi e gli altri (non a caso a Rovereto si era distinto nell’atletica in varie discipline).

Mai “seduto” sulla routine quotidiana, non si accontentava di quel che vedeva o faceva, proteso sempre in avanti (come lo ritrae la foto emblematica di Gianni Zotta). Era una ricerca inquieta – quasi un’altra guerra di Piero – che lo ha portato a inventarsi progetti giornalistici nuovi (dalle foto in diagonale al “balzo” nel Duemila), coinvolgimento delle scuole (i volti degli scolari “ultimi delle Crispi”, i disegni degli asilotti e gli autoritratti dei liceali), mostre di sensibilizzazione sulla disabilità, sulla parità, sull’antifascismo e sul paesaggio.

Gli stava stretto il quotidiano locale, per cui cercò e trovò a Roma stimoli nuovi della consulenza alla Galleria nazionale di Arte Moderna, che valorizzò le sue competenze nella storia della fotografia mondiale. Si cimentò anche nel terreno della politica, promuovendo un laboratorio provinciale, denominato “Il Vivaio”.

Non si era mai staccato dai campi dell’atletica leggera, nella quale aveva anche riversato un’attenzione ai giovani come allenatore dell’Atletica Trento.

Negli ultimi anni la sua ricerca era stata ostacolata dall’impatto con la malattia che Piero aveva trasformato pure in un combattimento interiore: significativa la confidenza riportata dall’amico fedele Bruno Zorzi che nell’ultima passeggiata lo aveva visto interrogato dai richiami al senso religioso custoditi da una chiesetta in quel di Ciago.

L’improvvisa caduta lungo il sentiero che percorreva da Margone a Malga Bael insieme alla moglie Rosanna (a lei e ai due figli la vicinanza della nostra redazione) ha interrotto la travagliata ricerca in cui – come si è testimoniato nell’affollato funerale – tanti si sono coinvolti, accompagnati e spesso anche sanamente “provocati” da Piero Cavagna.

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