Laureati sotto la pioggia. Oggi la cerimonia per 400 studenti

Erano in 400 gli studenti che questa mattina hanno celebrato, nonostante la pioggia incessante, la tanto attesa cerimonia di laurea dell’Università di Trento. A segnare l’avvio della cerimonia l’arrivo del Corteo accademico, che era partito da Palazzo Sardagna, sede del Rettorato, e l’Inno nazionale della Repubblica italiana. In apertura il saluto del rettore Flavio Deflorian, che ha ricordato come ad ogni cerimonia si rinnovi «il senso del nostro essere Università e del lavoro di tutte le persone che contribuiscono a rendere l’Ateneo di Trento un ambiente ideale di studio e ricerca».

«Oggi, siete qui nonostante la pioggia, per un giorno speciale, che invita alla riflessione. Con questa cerimonia, infatti, state attraversando un confine simbolico, una svolta invisibile che segna la fine di un percorso e l’inizio di una nuova avventura» ha proseguito il rettore. «Per arrivare alla laurea avete affrontato difficoltà e momenti di sconforto sconosciuti agli studenti degli ultimi decenni. È un successo che non verrà riportato sulla pergamena, ma che voi ricorderete, facendo tesoro dell’esperienza per gli anni a venire. Tra pochi giorni sarò, come i vostri genitori al fianco di mia figlia nel momento della laurea. Capisco bene quello che provate oggi». Come ha sottolineato il rettore Deflorian – oggi è anche un momento di festa per la comunità tutta. E a testimoniare la vicinanza di Trento e del Trentino a questi giovani sono stati gli interventi del sindaco Franco Ianeselli e del presidente della Provincia autonoma di Trento, Maurizio Fugatti.

Un forte invito a non lasciarsi bloccare dalla paura è arrivato da Alberto Parrella, laureato in Economia e Management nel 2013 e in Innovation Management nel 2015, Senior Product Manager di Twitter Inc., chiamato come testimonial. Parrella si è soffermato su quale sia stata la costante nel suo percorso di crescita personale e professionale: cosa l’abbia spinto ad andare da Caserta (la sua città natale) a San Francisco (dove oggi lavora) passando per Londra, Trento (dove ha vissuto la sua esperienza universitaria con tutte le relative opportunità, come l’Innovation Lab): la paura, paura di sbagliare e fallire, del cambiamento, di rimanere soli. «Sentirsi inadeguati significa anche affacciarsi oltre le nostre sicurezze, la nostra comfort zone: avere paura significa spesso essere davanti ad un’occasione di cambiamento e crescita». Ha raccontato alcune delle sue paure, come quella di dover scegliere tra l’offerta di Twitter che gli arrivava da Londra e quella di un’azienda di Milano. Alla fine, ha scelto proprio l’opzione che percepiva come più rischiosa. Ha ripreso: «Non adagiarsi è necessario. Ad esempio, il mio lavoro mi permette di mostrare le mie idee a 250 milioni di utenti con un click; qualcosa a cui è stato è stato difficile abituarsi ma che ora non mi intimorisce più. Anzi, è proprio non sentire più questa paura che mi ha spinto a dare le dimissioni, proprio l’altro ieri, da Twitter perché ho trovato nuove opportunità altrove (in una startup perlopiù). Sono terrorizzato ma anche elettrizzato». Il suo augurio? Puntare su curiosità, ambizione (mai superbia) e preparazione.

Un invito a fare tesoro dell’esperienza universitaria è arrivato da Omar Zoghlami, laureato in Matematica e ora iscritto al corso magistrale Advanced Mathematics, che ha preso la parola in rappresentanza dei laureati e laureate presenti in piazza. «Spesso, in Matematica, l’idea risolutiva risulta apparire in modo molto più chiaro quando il problema viene attaccato da punti di vista differenti, cosa che accade in maniera molto naturale quando si ragiona insieme» e «l’università ha un ruolo determinante nel promuovere questo continuo scambio di idee, anche da un punto di vista meramente fisico, grazie ai luoghi che essa mette a nostra disposizione, al di là delle lezioni». Si è detto «davvero soddisfatto della scelta che ho fatto, specie in un’università come la nostra dove, grazie anche alla forte rappresentanza, gli studenti sono una priorità e le possibilità che ci vengono offerte sono veramente tante». Perché «la vita di uno studente universitario non è circoscritta all’università, molte esperienze che ne sono caratterizzanti avvengono fuori dai corridoi, dalle aule, dalle sale studio e finalmente stiamo iniziando a viverle a pieno ritmo». Da lui, che ha provato cosa voglia dire studiare durante l’emergenza sanitaria, un augurio di fiducia: «Anche nei momenti più difficili è importante essere coraggiosi e andare avanti, tutti quanti siamo in grado di farcela perché lo abbiamo già fatto e oggi siamo qui per celebrarlo».

Questa volta alla cerimonia erano presenti anche sei migliori laureati e laureate del Collegio Clesio: Vittorio Maria Coraducci, Luca Dal Forno, Greta Granocchia, Luca Marchiori, Anna Saiani e Alessia Tecchio. A ricordare le caratteristiche della struttura è stato Jorge Jovicich, vice direttore del Collegio Clesio. L’edificio, nel centro storico di Trento, in questo momento accoglie 84 allievi e allieve, a cui offre un ambiente stimolante e multiculturale per tutto il loro percorso di studi. Alla struttura si accede attraverso una selezione basata su criteri di merito. Il bando di concorso esce una volta l’anno. Per rimanere nel collegio è necessario mantenere un alto rendimento. Eseguito l’Inno alla gioia, è iniziata la consegna delle pergamene – in versione più breve a causa del maltempo – prima al gruppo del Clesio e poi a tutti gli altri neolaureati e neolaureate, da parte del rettore Flavio Deflorian e della prorettrice vicaria Paola Iamiceli. A concludere il programma il canto del Gaudeamus Igitur, inno universitario, la proclamazione da parte del rettore e il lancio dei tocchi sulle note dell’Halleluja di Händel.

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