Covid, obbligo di mascherina prorogato in ospedali e Rsa

È stato prorogato l’obbligo di mascherina negli ospedali e nelle Rsa. La decisione è arrivata con l’ordinanza firmata dal ministro alla Salute Orazio Schillaci. Oggi scadeva infatti la precedente ordinanza, che stabiliva l’obbligatorietà di questi dispositivi di protezione individuale nelle strutture sanitarie.

Da più parti era arrivata la richiesta di non sospendere l’uso della mascherina in ospedali ed Rsa. “Non indossare la mascherina nei reparti di malattia infettiva degli ospedali, in oncologia, nei pronto soccorso o nelle residenze per gli anziani sarebbe un azzardo”, ha dichiarato oggi Antonio Ferro, presidente della Società Italia d’Igiene (e direttore Apss). “Siamo in una fase in cui il virus circola ancora e far cadere l’obbligo della mascherina laddove sono presenti soggetti vulnerabili e fragili potrebbe essere rischioso”.

Inoltre, aggiunge Ferro riferendosi al reintegro lavorativo di tutti gli operatori sanitari non vaccinati, disposto a partire da domani (1 novembre), “ci dev’essere l’evidenza che chi torna al lavoro non metta a rischio gli altri”. Dal 1° novembre decade infatti l’obbligo di vaccinazione per il personale sanitario.

A livello locale si è espresso il presidente della Consulta provinciale per la Salute Renzo Dori: “Prima di togliere l’obbligo di uso delle mascherine in ospedale e RSA, prima di azzerare le restrizioni nei confronti del personale no-vax, andrebbe rilanciata con energia la campagna vaccinale della quarta dose per tutte le persone, a maggior ragione se fragili o anziane (più a rischio) che a tutt’oggi vede un preoccupante rallentamento nelle adesioni anche in provincia di Trento paria a sole 46.808 dosi somministrate rispetto alle 342.193 della terza dose”.

Secondo Dori sarebbero “incomprensibili” le dichiarazioni dell’assessora alla salute Stefania Segnana in merito al “possibile reintegro di qualche medico e infermiere e operatore socio sanitario no-vax nel sistema sanitario, privi quindi di qualsiasi protezione, fornita dai vaccini e potenzialmente portatori di contagio”.

“Oggi come ieri – conclude la nota del presidente della Consulta provinciale per la Salute – vale sempre la raccomandazione di prudenza, di massima prudenza mantenendo alta l’attenzione a quanto la scienza ci sta comunicando proprio per non incorrere in frettolose “marce indietro” che risulterebbero per tutti i cittadini scarsamente comprensibili e più difficilmente accettabili. Ancora una volta la scelta più sensata e corretta è quella di sollecitare l’estensione e il numero dei vaccinati per la quarta dose evitando colpi di spugna sul mondo ideologico dei no-vax”.

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