La ciclabile al posto dei 15 Celtis australis, alcuni cittadini dicono No

Non tutti i cittadini condividono la scelta del Comune di Trento, che ha deciso di sacrificare i 15 alberi di Celtis australis che costeggiano la strada provinciale “Via Castel di Pietrapiana”, a Povo, per realizzare una pista ciclabile lungo la carreggiata. Un comitato formato da alcuni abitanti della zona si dice infatti perplesso per una decisione che, “se pur con nobili fini, vedrebbe pur sempre la costruzione di una lingua di asfalto”.

“Ci siamo chiesti se qualcuno dei decisori si sia mai seduto sulla panchina sottostante le chiome a prendere il fresco l’estate durante una passeggiata o ad ascoltare il canto degli innumerevoli uccellini che lì si posano e nidificano. Noi l’abbiamo fatto e vi assicuriamo che la loro voce racconta più di tante lettere di protesta”, scrivono i firmatari dell’appello, che ritengono “incomprensibile la decisione della Circoscrizione di non piantare neppure dei nuovi alberelli lungo la pista nel tratto tra Gabbiolo e Povo”.

“Considerando che siamo in piena emergenza climatica e che il consumo di suolo ha raggiunto valori intollerabili, con un gruppo di genitori ci siamo (nuovamente) messi a fare due conti per determinare il valore dei servizi ecosistemici che i 15 alberi ci forniscono”, prosegue il comunicato, evidenziando come gli alberi “fuori foresta” svolgono innumerevoli funzioni e maggiormente è sviluppata la chioma e maggiori sono gli effetti benefici”

I cittadini di Povo e Gabbiolo chiedono quindi di non procedere con l’abbattimento dei 15 Celtis australis ma di adottare scelte maggiormente coraggiose a favore del contesto naturale; di adottare scelte progettuali basate sulla natura e di realizzare la rete di piste ciclabili su un progetto strategico e organico su tutta la città volto a favorire la mobilità leggera, compensando la perdita di naturalità legata alla realizzazione della pista ciclabile con la rinaturalizzazione di aree urbane di estensione adeguata. Infine, di realizzare corridoi ecologici adeguatamente progettati nei punti maggiormente critici del territorio. “Nel caso non si potesse fare altrimenti almeno di ripiantumare una fila alberata adiacente a quella attuale di Celtis australis che permetta di realizzare il progetto senza impattare eccessivamente nel lungo periodo sull’area”.

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