Sfratti e emergenza casa, diverse famiglie protestano a Trento

Foto Facebook Centro Sociale Bruno

Numerosi cittadini e diverse famiglie sono scese in piazza a Trento, sabato 19 novembre, durante un presidio organizzato in piazza Pasi per richiamare l’attenzione delle istituzioni sulle troppe situazioni di emergenza abitativa nella nostra provincia.

Sfratti, condizioni abitative precarie e insalubri, caro affitti, rincaro delle bollette e graduatorie ITEA che, per famiglie con un bassissimo ICEF e la presenza in graduatoria Itea da decenni, sono circa al 150° posto della stessa.

“Questo presidio viene dopo quello che avevamo organizzato il 29 ottobre ad Arco. Anche lì diverse famiglie, due delle quali costrette a dormire in macchina, hanno denunciato gli sfratti subiti da Itea, il caro affitti fuori controllo e il grave disservizio Itea che tiene sfitto un gran numero di alloggi pubblici in una situazione di emergenza sociale”, hanno spiegato i manifestanti, che hanno ribadito la richiesta (da loro già avanzata un anno fa) di un incontro con l’assessora Segnana.

Le famiglie contestano la recente nota di Itea che ha affermato che gli alloggi pubblici ora sfitti sono tali perché necessitano di complesse ristrutturazioni mentre quelli più facilmente recuperabili sono già stati messi a disposizione negli anni scorsi: “Crediamo che questa affermazione non sia suffragata dagli stessi dati messi a disposizione del pubblico da Itea e dalla Provincia negli anni e nei mesi scorsi. Il bilancio sociale Itea 2020 mostra un progressivo accumularsi di sempre più alloggi sfitti negli proprio ultimi anni: erano 519 nel 2018, 615 nel 2019, 718 nel 2020. Sono 1.215 ora. Dunque la società si è vista restituire negli ultimi anni un gran numero di alloggi dagli inquilini e dalle inquiline. Quindi dove sarebbero finiti gli alloggi “facilmente ristrutturabili” su cui si è lavorato negli anni scorsi? Gli appartamenti riconsegnati dal 2018 in poi come possono presentare tutti la necessità di ristrutturazioni più complesse di quelle poste in essere sugli appartamenti riconsegnati negli anni precedenti?”

I manifestanti hanno quindi messo in evidenza i dati forniti dall’assessora provinciale alla Salute, politiche sociali, disabilità e famiglia Stefania Segnana, il 3 agosto 2022: “Alla data del 30 giugno 2022 delle n. 3115 domande di alloggio pubblico presentate n. 2805 sono inevase (cioè in attesa di assegnazione) e n. 143 sono ammesse (in corso di assegnazione o alloggio locato)”. Vale a dire che nella prima metà del 2022 solo 143 alloggi sono stati locati o sono «in corso di assegnazione» in tutta la provincia di Trento. Al 3 agosto i 1.215 alloggi Itea sfitti risultavano essere così ripartiti:
– 47 alloggi in fase di sgombero
– 615 alloggi che necessitano ristrutturazione – in fase di programmazione
– 388 alloggi che necessitano ristrutturazione – in lavorazione
– 23 alloggi ristrutturati – in verifica finale
– 142 alloggi di prossima assegnazione.
Poniamo a questo punto alla direzione di Itea due domande molto concrete:
1) i 142 alloggi classificati ad agosto come di “prossima assegnazione” sono già stati assegnati o entro quando lo saranno?
2) i 388 alloggi in lavorazione per quando si stima possano essere pronti?

“Che senso ha in questa situazione sfrattare le famiglie dagli alloggi Itea assegnati d’urgenza per scadenza dei termini, quando non si riesce a dar loro una casa attraverso la graduatoria ordinaria, visto che gli alloggi Itea vuoti si continuano ad accumulare. Che senso ha far pagare a queste famiglie le inefficienze di Itea? Che senso ha sbattere in strada famiglie da alloggi che poi restano vuoti? Se non ci credete andate a vederli, le famiglie che avete sfrattato possono indicarveli”, prosegue l’analisi dei manifestanti che chiedono l’istituzione di un fondo per le morosità, che esiste nel resto d’Italia e che sarebbe una garanzia anche per i proprietari. “In definitiva quanto chiediamo può essere riassunto in una sola domanda c’è o non c’è la volontà della Provincia di considerare quella abitativa un’emergenza? Un’emergenza degna di essere considerata una priorità”, concludono le famiglie.

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