330 persone fuori dal sistema d’accoglienza, Assemblea Antirazzista lancia un presidio

Foto Facebook Assemblea Antirazzista Trento

Non ha ricevuto risposta la lettera sottoscritta da associazioni e cittadini in merito agli oltre 330 richiedenti asilo esclusi dall’accoglienza in Trentino.

La lettera era stata scritta dall’Assemblea Antirazzista e indirizzata alla Provincia di Trento e al Commissariato del Governo.

“La risposta – riportano i portavoce dell’Assemblea antirazzista – è stata invece data nei fatti e nel modo peggiore: queste persone, molte da diverse mesi in Trentino, sono state poste di fronte all’alternativa tra l’accettare di trasferirsi in un CAS (Centro Accoglienza Straordinaria) in Sardegna o l’essere esclusi completamente dall’accoglienza”.

“Un out out inaccettabile – continua l’Assemblea antirazzista -, di terribile gravità, imposto ad esseri umani stremati da mesi di violenze e maltrattamenti subiti nel duro percorso di attraversamento dei Balcani guidati dalla giusta e disperata ricerca di una vita dignitosa, diritto inalienabile di ogni persona. Una pratica che riduce centinaia di persone alla stregua di merce da spostare da un posto all’altro, senza curarsi della loro umanità, della loro vita reale fatta di affetti, relazioni, possibilità di lavoro, condizioni di salute e progetti di vita. Una scelta contraria a quanto anche altri soggetti istituzionali come la Chiesa trentina e gli imprenditori stessi hanno proposto. Tutti coloro che non accetteranno il forzato trasferimento in Sardegna saranno inevitabilmente costretti a vivere in strada e privati di qualunque forma di assistenza e tutela”.

L’Assemblea lancia un presidio che si terrà venerdì 2 dicembre alle 17 sotto il Commissariato del Governo, a Trento, per chiedere una giusta e dignitosa accoglienza in Trentino per quanti vivono in strada e che hanno deciso di restare nel nostro territorio; rapidissimi chiarimenti in merito al numero e alla destinazione delle persone trasferite in Sardegna, vista l’opacità istituzionale con cui la decisione è stata posta in essere;
effettiva rapida accoglienza e ripresa dell’accoglienza diffusa sul territorio e tra le diverse comunità della provincia come stava virtuosamente accadendo prima della sua nefasta cancellazione.

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