Trento, contro il bullismo non solo una certificazione

Sarà Trento la prima città italiana ad avere tutte le scuole certificate contro il bullismo, grazie al progetto sostenuto da etika, l’offerta luce e gas della Cooperazione Trentina con Dolomiti Energia, che coinvolge circa 6.500 studenti e studentesse degli Istituti Comprensivi di Trento. 

“Il progetto coinvolge l’intera rete degli Istituti Comprensivi di Trento – ha dichiarato la dirigente scolastica e portavoce Paola Pasqualin – che si è unita per condividere una politica virtuosa a favore della prevenzione e per mettere in campo le azioni indispensabili a creare ambienti accoglienti in cui ciascuno si senta sicuro e protetto, come ad esempio la sorveglianza nei momenti di pausa, le modalità di segnalazione di eventi di prevaricazione, la tempestività delle azioni educative da intraprendere. Non si tratta di mettere solo un bollino, ma fermarsi sui problemi della società di oggi. Il bullismo è frutto di una comunità che non riesce a farsi carico di questi aspetti”. 

In questo percorso le scuole saranno accompagnate da Agenda 21 Consulting, un’impresa specializzata che fornirà assistenza sul corretto utilizzo della prassi certificativa di riferimento (UNI/PdR 42:2018), un sistema codificato che permette di individuare ed adottare tutti i principi e le precauzioni per la lotta al bullismo e al cyberbullismo, partendo dall’analisi dello specifico contesto di ogni scuola.  

“Uno dei punti di forza di questo strumento – ha affermato la vicepresidente Lorenza Ropelato – sta nell’ascolto degli studenti, che già nell’esperienza pilota del 2020 avevano offerto letture significative per approntare politiche e strumenti di prevenzione e contrasto efficaci. Era emerso, ad esempio, che il bullismo si concretizza soprattutto nel percorso casa-scuola a piedi o sui mezzi di trasporto, ma anche nei corridoi, in mensa e in classe. Attraverso un questionario anonimo, gli studenti delle scuole della città diranno come percepiscono il bullismo, qual è il loro livello di conoscenza del problema, ma anche l’eventuale presenza all’interno della scuola di situazioni delicate”.  

L’analisi di contesto sarà seguita da una definizione della politica antibullismo, da un piano di vigilanza, da un regolamento e soprattutto da un piano di formazione esteso a tutto il personale scolastico, docente e ausiliario. La formazione sarà multidisciplinare, in modo tale da toccare gli ambiti didattici, educativi, relazionali (con particolare riferimento alla gestione del conflitto ed alla capacità di negoziazione), psicologici, medici e legali.  Il percorso, che comprende audit interni, si concluderà con la verifica esterna di un ente terzo accreditato per attestare la rispondenza del sistema adottato a quanto previsto dalla prassi e, in caso di conformità piena, il rilascio a ciascun singolo istituto della certificazione secondo la prassi UNI/PdR 42:2018. 

Nell’accompagnare i percorsi di crescita di bambini e ragazzi è sempre fondamentale l’alleanza scuola-famiglia; lo è ancora di più di fronte a situazioni che possono causare sofferenze. Per questo il progetto prevede, a partire dall’operazione di ascolto, il coinvolgimento delle famiglie, ma anche la comunità sarà chiamata a dare il proprio contributo: è noto, infatti, che i bulli esistono anche perché una comunità viene meno rispetto al proprio compito di sostegno, accompagnamento, supporto a chi ancora non è in grado di farsi riconoscere ed interagire con le giuste competenze di cittadinanza. Il lavoro su questi fronti, dunque, costituirà parte importante del progetto. 

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