L’allarme dell’Assemblea Antirazzista: a Trento ancora decine di richiedenti asilo che dormono al gelo

Manifestanti in presidio a Trento per l’accoglienza

Non bastano le recenti aperture dei nuovi dormitori cittadini e la messa a disposizione di 100 nuovi posti alla residenza Fersina per risolvere l’emergenza freddo che nelle ultime settimane sta colpendo duramente le tante persone senza dimora che anche a Trento trascorrono la notte all’aperto, con temperature ormai ben oltre sotto lo zero. Secondo l’Assemblea Antirazzista Trento sono infatti ancora decine i richiedenti asilo – circa 100 – che “continuano a dormire al gelo, sotto le nevicate degli ultimi giorni, vedendo negato il diritto all’accoglienza a causa dell’inadempienza del Commissariato del governo e della Provincia stesse. Le misure messe in campo negli ultimi giorni sono un insufficiente tampone ad una voluta carenza strutturale del sistema di accoglienza e un paraocchi per l’opinione pubblica”.

Un allarme amplificato ancora maggiormente dalla morte di Mostafa Abdelaziz Abouelela, il diciannovenne egiziano morto di freddo a Bolzano nella notte tra l’8 e il 9 dicembre, mentre, spiega l’Assemblea Antirazzista, “le istituzioni stanno procedendo con i ‘trasferimenti forzati’ dei richiedenti asilo verso la Sardegna: mentre 70 persone sono in attesa, 50 sono già state ricollocate in un centro di accoglienza ‘di massa’ e isolato a Monastir, gestito dal gruppo Ors, multinazionale della detenzione che gestisce anche i cpr di Macomer, Roma e Torino. È questa, secondo la giunta provinciale, la soluzione ottimale per togliere le persone dalla strada: deportarle con il ricatto in altri territori, peraltro più poveri e nelle condizioni sopracitate”.

“Alla luce della dismissione del sistema di accoglienza attuata dalla giunta Fugatti, dopo molti mesi in cui in città centinaia di richiedenti asilo si trovano senza un tetto, a sopravvivere solo grazie alla solidarietà della società civile mentre le istituzioni si rimpallano le responsabilità, è ormai evidente che esiste un progetto politico di marginalizzazione delle persone migranti. Il messaggio mandato dalle istituzioni è chiaro e confermato dai fatti: in Trentino non c’è spazio per voi, salvo che per essere sfruttati nelle campagne e nelle fabbriche. Non chiamiamola emergenza freddo, non chiamiamola emergenza umanitaria: è guerra alle persone migranti, è guerra ai poveri!”, accusano gli attivisti, che rilanciano l’appuntamento di giovedì 22 dicembre alle 17.30, con un presidio in piazza Duomo che si propone di mettere ulteriormente in luce la gravissima situazione: “Quello che è accaduto a Bolzano potrebbe accadere ogni notte anche qui: non lasciamo che a Trento, nel 2022, si muoia congelati nel silenzio dell’indifferenza”.

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