Malattie trasmesse da zecche e zanzare: la situazione in Trentino

Si è parlato della situazione in Trentino rispetto alle malattie trasmesse da zecche e zanzare, durante l’incontro divulgativo che si è svolto oggi al MUSE di Trento, promosso dalla cabina di regia provinciale per la sorveglianza e il controllo dei vettori di interesse medico-veterinario, a cui hanno partecipato i massimi esperti ed esperte del settore.

Un’occasione per fare il punto su diffusione, controllo e prospettive portate dalla ricerca nei confronti delle arbovirosi (le zoonosi trasmesse da vettori artropodi), un fenomeno di sempre maggiore interesse e di preoccupazione anche per l’uomo, come si percepisce dal sempre maggior numero di patologie che devono essere monitorate e nei cui confronti la pubblica amministrazione è tenuta a rispondere per garantire la sicurezza della popolazione. L’evento è stato organizzato nell’ambito del Tavolo di coordinamento per le azioni contro le arbovirosi della Provincia di Trento, nella quale la Fondazione Edmund Mach (FEM) ha la cabina di regia. Partecipano relatori degli enti che prendono parte al Tavolo: oltre alla FEM, MUSE – Museo delle Scienze, Fondazione Bruno Kessler (FBK), Provincia Autonoma di Trento (PAT), Azienda Sanitaria (APSS), Fondazione Museo Civico di Rovereto (MCR) e Istituto Zooprofilattico Sperimentale delle Venezie (IZS).

Annapaola Rizzoli, responsabile dell’Unità di ricerca ecologia applicata della Fondazione Edmund Mach e moderatrice dell’incontro, ha evidenziato la rilevanza del controllo di queste malattie, favorite dall’aumento dei vettori, per motivi diversi: i maggiori trasferimenti di merci e persone tra aree geografiche del mondo, ma anche il cambiamento climatico, che consente la sopravvivenza di specie che un tempo sarebbero state sfavorite dalle temperature invernali. Nel caso delle zanzare, abbiamo assistito in pochi anni all’arrivo di tre specie (zanzara tigre, coreana e giapponese), tutte potenziali vettori di malattie come West Nile e Dengue.

Il dottor Fabrizio Montarsi dell’Istituto Zooprofilattico Sperimentale delle Venezie (IZS Venezie) ha illustrato una panoramica sulla situazione eco-epidemiologica delle principali arbovirosi nel Triveneto, in particolare per quanto riguarda i virus della West Nile e di Usutu. Nell’ambito del monitoraggio nel Triveneto, ha menzionato, per esempio, l’identificazione del primo focolaio autoctono di Dengue nel vicentino, e ha evidenziato l’importanza del controllo dei vettori per limitare lo sviluppo di queste malattie (come ad esempio il monitoraggio dei flebotomi, che ha consentito di identificare un focolaio di Lehsmania nei Colli Euganei). Prossime preoccupazioni: ci si attende che Dengue, Chikungunya e altre patologie saranno più frequenti di ora a causa dell’aumento degli scambi di persone e merci; anche il riscaldamento climatico favorirà la sopravvivenza di uova di vettori, che potranno diffondere maggiormente i virus.

Il dottor Francesco Pizzo (APSS) ha esposto la situazione della diffusione delle arbovirosi in Trentino. Per il West Nile e Usutu in Trentino non si sono ancora manifestati casi umani, ma la sorveglianza veterinaria su altre specie – in particolare uccelli e cavalli è fondamentale per riscontrare le malattie. I virus trasmessi da zanzara tigre (Dengue, Zika, Chikungunya) sono stati finora, in Trentino, limitati a casi di persone che hanno contratto i virus all’estero. Per quanto riguarda la TBE, trasmessa da zecche, dal 2000 al 2020 sono stati riscontrati 204 casi in totale; negli ultimi 5 anni la media si è innalzata fino a 23,2 casi in media ogni anno; per quanto esistano in Trentino aree più a rischio, si può considerare l’intero Trentino come zona a rischio. Fortunatamente per questa tipologia di virus è possibile ricorrere al vaccino. Michele Grisenti (PAT) ha illustrato il piano nazionale anti-arbovirosi e le relative azioni di implementazione. Mattia Manica (FBK) ha spiegato come i modelli sviluppati alla Fondazione Kessler consentano di stimare sia l’attitudine del territorio, sia la diffusione potenziale dei vettori responsabili delle arbovirosi.

Una banca dati per i vettori in Trentino è stata realizzata alla Fondazione Edmund Mach. Ne ha parlato Luca Delucchi, che ha mostrato il suo contenuto, con schede informative sulle patologie, sui dati relativi alle catture, oltre a rapporti più specifici e di dettaglio, disponibili per i soli utenti abilitati.

Il monitoraggio, come si è detto, è fondamentale per il contrasto alla diffusione delle arebovirosi. Il MUSE gestisce un programma di monitoraggio della zanzara tigre per la città di Trento. Valeria Lencioni, referente dell’Ambito Clima ed Ecologia del Museo delle Scienze di Trento, ha illustrato i risultati della raccolta delle ovitrappole per il 2022: oltre 82.000 uova da maggio ad ottobre (+ 70% rispetto al 2021). Le aree più suscettibili sono risultate quelle poste lungo l’asta del Fersina nel suo corso attraverso la città. Gionata Stancher della Fondazione Museo Civico di Rovereto (MCR) ha fatto invece il punto sui dati della presenza della zanzara tigre nel Basso Trentino.

A chiusura del convegno, altri tre interventi delle ricercatrici e ricercatori della FEM: Daniele Arnoldi ha parlato del monitoraggio dei culicidi in Trentino, Valentina Tagliapietra ha aggiornato i dati relativi alla prevalenza di patogeni nelle zecche in Trentino, mentre Antonella Cristofori ha illustrato il nuovo modello complesso di allerta che mette in relazione i quantitativi di pollini in atmosfera con i casi di TBE, prevedendo gli scenari dei prossimi due anni.

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