Terzolas, i frati: “Non solo guardare, ma diventare presepio”

“Non solo guardare, ma diventare presepio“. È questa la proposta lanciata da fra Paolo Bertoncello, del convento dei frati cappuccini di Terzolas, in Val di Sole.

“Nella chiesa dei frati a Terzolas – scriveva poco meno di una settimana fa sui social fra Paolo – troverai un Bambino che ti aspetta. Porta un oggetto, un biglietto, qualcosa che rappresenti la tua vita, quello che hai vissuto in questo 2022 o anche quello che vorresti essere/diventare nel 2023, e lascialo nella cesta accanto al Bambino. Piano piano costruiremo un presepio fatto di tanta vita vera”.

L’obiettivo di quest’iniziativa è far ragionare le persone sul significato del presepio. “Vorrei far passare l’idea – spiega fra Paolo – che il presepio è una cosa bella da vivere. Mi piacerebbe che le persone riuscissero a diventare un personaggio o una storia di questo presepe, così da dire, con taglio laicale, ‘Sono partecipe del messaggio cristiano, un protagonista, un pastore che va verso Cristo'”.

Le persone potranno portare il proprio oggetto o messaggio nella chiesa del convento dei frati cappuccini di Terzolas entro l’8 gennaio. Chi non riesce a raggiungere fisicamente Terzolas può mandare una foto “dell’oggetto” o un messaggio al 349.4309001, precisa la locandina che lancia l’iniziativa.

“Ho visto che iniziative di questo tipo funzionano – commenta fra Paolo Bertoncello -; avevo cominciato tre anni fa, chiedendo alle persone di addobbare l’albero di Natale che c’è fuori dalla nostra chiesa. Quest’anno voglio portarle in chiesa”.

Per ora, spiega fra Paolo, sono arrivati una dozzina di messaggi. “Sono comparsi anche alcuni oggetti, come una saponetta incartata o un paio di calzini”, racconta. “Qualcuno ha mandato il disegno di un mandala, e ci sono anche dei bambini che ci hanno scritto i loro pensieri. Una signora ha mandato le foto del nipotino, mentre un’altra ha portato una foto che ritrae una passerella in mezzo a due montagne, che sta a significare il passaggio della vita, perché ha dovuto affrontare la malattia del marito”.

L’iniziativa lanciata da fra Paolo si ispira a San Francesco d’Assisi. “La parola presepio – ricorda nel messaggio – significa ‘mangiatoia’: è uno spazio dove si colloca il fieno per nutrire chi si accinge alla mangiatoia. Francesco di Assisi (è suo il copyright, è lui l’inventore) ha voluto mettere, nella notte del dicembre 1223, in una mangiatoia, a Greccio, un bambino, per vedere con i propri occhi il Dio che si è fatto uomo, che diventa ‘Cibo’, per far vivere bene ogni uomo e donna che partecipano al suo ‘stile’ di vita. Tutti i frati e le persone che parteciparono a quel momento di gioia diventarono ‘il presepio’ che noi conosciamo”.

Attorno al presepio dei frati di Terzolas, ci sono anche quattro pezzi di alcuni alberi morti. “Con questo, volevamo trasmettere il messaggio che la nostra attenzione verso la natura è ancora troppo poca”, conclude fra Paolo Bertoncello.

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