A Cavalese in mostra le opere di Hartwig Kalner e Giuliano Orsingher

È stata inaugurata il 23 dicembre, presso il Centro di arte contemporanea di Cavalese, e rimarrà aperta fino al 10 aprile la mostra “Hartwig Kalner – Giuliano Orsingher. Frammenti contemporanei di antiche memorie”. Elementi di memoria ricomposti nel tempo attuale si riuniscono in questa nuova esposizione. Ne sono interpreti due artisti d’eccezione, che rappresentano due tradizioni e due culture alpine a cui un tempo si frapponeva un limite ben definito e ben difeso: la nostra catena del Lagorai, che è qui assunta come simbolo di un confine tra due opposte fazioni durante la Grande Guerra, ma anche come una delle tante cerniere, in seno all’arco alpino, in bilico tra il mondo nordico e quello più mediterraneo e solatio che guarda più a sud verso la Valsugana e di seguito la piana veneta e infine il mare.

Terre ora idealmente riunite nella ricerca di una possibile conservazione della propria identità, che rischia di scomparire nella nebbia di un implacabile progresso globalizzante. Identità che si sono rimodellate anche attraverso periodi storici drammatici, quali stiamo vivendo ora con l’incredibile ripetersi di nuove guerre imperialiste, ma che pure devono conservare una perpetua coscienza storica per rimanere attive nella progressione delle diverse culture verso il bene e la pienezza della loro attualità.

Karl-Hartwig Kaltner, artista di Salisburgo, laureato in storia e filosofia con tesi di laurea dedicata all’indagine storica sulle vicende della dominazione asburgica in suolo italiano ed in seguito diplomato all’Accademia di belle Arti di Brera, compone una sintesi di questa grande epopea rappresentandola nelle sue grandi tele astratte, dense di profonde velature pittoriche dalle quali emerge per suggestione la memoria e lo stratificarsi delle vicende storiche, comprese quelle della parabola dell’Impero austro-ungarico, fino al compiersi del suo declino con il primo grande conflitto mondiale.

Giuliano Orsingher, artista di Canal San Bovo nella Valle del Vanoi, molto noto in regione per le sue innumerevoli installazioni ed opere dedicate alle vicende storiche e ai materiali naturali della nostra terra, percorre da anni il versante sud della catena montuosa del Lagorai, un tempo teatro di scontri feroci, raccogliendo migliaia di reperti e frammenti ferrosi che disseminano ancora oggi le nostre montagne, e riassemblandoli in una serie di opere che, mediante un’operazione di decontestualizzazione che rispetta con profonda sensibilità la loro origine, la necessità di comprendere e di fare propria l’immensità drammatica di quelle vicende.

La mostra, curata da Elio Vanzo, sarà aperta durante il periodo natalizio tutti i giorni, tranne il giorno di Natale e quello di Capodanno dalle 15.30 alle 19.30.

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