L’ansia? Si può gestire con la realtà virtuale. Lo studio della Fondazione Bruno Kessler

Indossando un visore, gli anziani potranno essere trasportati in una realtà virtuale fatta di video, musiche ed effetti sonori che offriranno loro la possibilità di visitare luoghi della memoria non più accessibili fisicamente.

L’obiettivo di questo progetto è quello di verificare se le nuove terapie basate sulla tecnologia sono in grado di fornire una risposta più precisa e personalizzata al problema della gestione dell’ansia nelle persone anziane che presentano una compromissione del funzionamento cognitivo.

Si tratta di uno dei primi studi di questo tipo in Italia, che prevede di coinvolgere gli ospiti dell’Apsp “Margherita Grazioli” di Povo. Il progetto è realizzato all’intero della collaborazione stipulata tra l’Apsp e la Fondazione Bruno Kessler con Trentino Salute 4.0.

Lo spazio virtuale in cui gli anziani saranno trasportati è in 3 dimensioni e creato e adattato alle preferenze personali. Se i risultati saranno positivi, lo studio porterà vantaggi sia per gli utenti, sia per la struttura ospitante: sarà infatti possibile ridurre l’ansia senza l’utilizzo di farmaci.

L’indagine è stata approvata dal Comitato etico di Apss, ed è oggetto della tesi di dottorato di Susanna Pardini, dottoranda, psicologa e psicoterapeuta cognitivo-comportamentale del Dipartimento di Psicologia Generale dell’Università di Padova e Fondazione Bruno Kessler.

“Diversi studi nazionali e internazionali in questo settore – spiega la ricercatrice Pardini – hanno evidenziato come le esperienze con la Realtà Virtuale (VR) e la Realtà Aumentata (AR) costituiscano un importante strumento per la gestione di diversi sintomi comportamentali e cognitivi legati al deterioramento cognitivo, e ne hanno dimostrato l’efficacia nell’incremento del benessere, migliorando la qualità di vita dei pazienti. Alcune di queste tecnologie hanno già dimostrato la loro efficacia in letteratura e sono stati rilevati sostanziali riduzioni anche dello stato di solitudine, depressione e problemi motori”.

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