A Trento una cella in piazza contro l’ergastolo ostativo

Si discute ormai da settimane del “caso Cospito“, il militante anarchico condannato al 41 bis nel carcere di opera, che sta portando avanti un lungo sciopero della fame per attirare l’attenzione sul tema dell’ergastolo ostativo, chiedendo l’abolizione del 41 bis.

Un regime carcerario particolarmente duro, contro il quale si sono espressi anche alcuni attivisti trentini che nel pomeriggio di sabato 11 febbraio sono scesi in piazza a Trento con cartelli contro il 41 bis, paragonato alla tortura, e le stampe del fumetto di Zerocalcare pubblicato da Internazionale che denuncia la situazione di Cospito.

“Una vicenda che non riguarda solo lui”, spiegano i cittadini che, in piazzetta d’Arogno, hanno installato un modello di una cella del 41 bis, grande 3 metri per 2, in cui il detenuto è condannato a trascorrere in isolamento 21 ore al giorno, senza poter ricevere libri o missive dall’esterno. “Non è possibile nemmeno vedere il ‘sole a scacchi’, in quanto non ci sono finestre, e nella cella trapela un minimo spiraglio di luce – spiegano gli attivisti -, e l’ora d’aria si trascorre in un cubicolo con muri altissimi e una grata metallica che impedisce la visione del cielo”.

 

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