Il legame tra Gigi Riva e Fabrizio De André nello spettacolo di venerdì 24 marzo al centro Locca di Ledro

Tra “Faber” e “Rombo di Tuono”, al secolo Fabrizio De André e Gigi Riva, c’è stato solo un incontro. Da questo momento è tratto lo spettacolo che andrà in scena venerdì 24 marzo alle 21 al centro culturale di Locca, a Ledro: “RivaDeAndré – Amici Fragili”, di Federico Buffa.

Lo spettacolo vede la partecipazione di Marco Caronna (voci, chitarre, percussioni e regia) e di Alessandro Nidi (pianoforte e tastiere). Oltre a raccontare quell’unico incontro, la pièce spazia anche sulla vita di entrambi, sulle cose che avevano in comune, sull’importanza delle rispettive terre d’origine o d’adozione.

L’ingresso costa 12 euro (intero), mentre per i minori di 18 anni, gli studenti fino ai 25 anni, gli anziani over 65 e i soci del Touring Club Italiano costa 6 euro (ridotto). La cassa aprirà un’ora prima dell’evento presso il teatro di Ledro. I biglietti sono in prevendita sul sito di Trentino Spettacoli dal 20 febbraio (viene applicata una commissione a carico dell’utente).

LA TRAMA DI RIVADEANDRE’ – AMICI FRAGILI

È il 14 settembre del 1969, dopo una partita a Genova di un Cagliari che proprio quell’anno avrebbe vinto l’unico, storico scudetto. Gigi Riva va a trovare Fabrizio De André. Sembra un incontro tra mondi lontanissimi e invece, nel silenzio che caratterizza la prima parte della serata, scorrono i pensieri di due randagi che hanno sempre scelto di stare dalla parte degli altri randagi… in mezzo ai silenzi si snodano i punti di contatto di due universi che condividono la Sardegna, il popolo della Sardegna, il mare, i colori, il rosso e il blu, uno del Cagliari, l’altro del Genoa, il pubblico che li segue religiosamente, il calcio, la musica, le canzoni… Una in particolare… “Preghiera in Gennaio” che Fabrizio scrive tornando dal funerale di Luigi Tenco. Una canzone che colpirà nel profondo Rombo di Tuono. Gigi la ascolta ossessivamente e ne vuole parlare con chi quella preghiera l’ha scritta. Ancora silenzio, pensieri su ciò che è stato e ciò che sarà, scorribande temporali che il teatro ha la magia di rendere più vere del vero, la sera diventa notte… E i due cominciano a parlare… E la notte diventa alba, entra in scena un “maître à penser” di Fabrizio, Georges Brassens, ispiratore anche di una certa propensione all’anarchia del più forte attaccante della storia del nostro calcio, scorrono parole e parole di canzoni, galoppate verso un sinistro che gonfia la rete o un inciso che entra nell’anima…

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