Non è più la stagione per i “salotti buoni”

Lo spunto

Da buon cittadino sono andato a vedere la nuova sistemazione di Piazza della Mostra sotto il Buonconsiglio. Dopo i lunghi confronti degli scorsi anni sulla sistemazione da dare alla viabilità di tutta l’area ero rimasto colpito da alcuni pareri contrastanti. Da un lato alcuni giudicavano il nuovo assetto della piazza un’occasione mancata, un suo appesantimento nonostante l’ampia scalinata costruita per raccordarla al castello. Dall’altra se ne dicevano meraviglie… che sarebbe diventata il “salotto buono” della città. Resto incerto. Sospendo il giudizio. Sicuramente la piazza (dove si svolgeva il mercato della legna e si eseguivano, nell’antico regime, le sentenze capitali) toglie dalla strada lungo le mura del castello l’ingombrante e molesto parcheggio dei pullman con i turisti “mordi e fuggi”. Il rischio però, quasi inevitabile, è che i pesanti automezzi si fermino, appunto, nella piazza… che tornerebbe un piastrone zeppo di veicoli. D’altra parte è impensabile che manchi un posteggio a servizio del Buonconsiglio. E gli autobus urbani? Forse i visitatori potranno salire più comodamente al castello, ma insomma… fatti pochi scalini si troveranno davanti la “barriera” del traffico che continuerà a scorrere nei due sensi, da Piazza Venezia alle Sanzio, magari con un flusso più ordinato, ma sicuramente altrettanto intenso.
Mi sono però deciso a scrivere dopo aver letto l’articolo di Marianna Malpaga (Vita Trentina, n. 9/2023, p. 20) sul fatto che il tema, ora, è anche quello dell’ex Questura, che si affaccia sulla piazza ed è di proprietà della Provincia. E che da anni versa in stato di abbandono. Si è parlato di farne un albergo di qualità.

G.C.

Il tema è stato affrontato anche da Francesco Terreri sul nuovo quotidiano “il T” del 4 marzo, dove conferma che per impulso (pressione?) di alcuni imprenditori l’assetto della piazza dovrebbe essere completato dalla costruzione di un nuovo albergo al posto dell’ex Questura

Speriamo sia solo una minaccia, perché affrontare i problemi dell’assetto del centro storico in questa modo appare davvero sbalorditivo.

L’articolo riferisce infatti che la Provincia, proprietaria dell’edificio, sarebbe intenzionata a metterlo all’asta (!) e che alcuni immobiliaristi sarebbero già disposti a ristrutturarlo in albergo (non
certo un restauro conservativo!) con un progetto previsto dal costo di 20 milioni di euro. La sistemazione della piazza è costata finora un milione e mezzo di euro. Senza voler polemizzare sarebbe facile ironizzare: buon-consiglio, salotto-buono, albergo-buono… ”tre bontà per distruggere un pezzo di città”?

Perché l’edificio dell’ex Questura non è forse un capolavoro, ma ha la sua storia, la sua armonia, è perfettamente raccordato al castello, ha un fascino e potrebbe assolvere a una necessaria funzione
di complemento delle sue offerte, visto che il Museo Storico è stato “sfrattato” dalle sue sale, con gli uffici che ora si trovano in via Tomaso Gar in un edificio non consono al suo ruolo. Davvero
una sede da “parente povero”. E poi c’è un’altra riflessione da aggiungere: basta con questo stucchevole richiamo al “salotto buono”, a suo tempo già usato e abusato per Piazza Duomo, divenuta invece luogo di aperitivi informali, “movide”, incontri studenteschi anche disordinati, ma vitali, mercatini… I salotti buoni nessuno li cerca e nessuno li vuole più, nemmeno nelle case private. Non di “salotti buoni” ha bisogno Trento, ma di avviare serie iniziative politiche (affitti, motivazioni, incentivi) per la sua attrattiva urbana.

Le strade si presentano sempre più con le serrande abbassate e sono sempre meno i negozi di qualità. Il commercio on-line, le operazioni al telefono, un “via libera” spropositato ai troppi centri
commerciali le hanno desertificate, rendendo sempre meno interessante la convivenza urbana. A questo, non al “salotto buono”, si dovrebbe pensare.

 

vitaTrentina

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