Circonvallazione, dai No Tav 5 domande a Fugatti

Con l’avvio delle trivellazioni non si sono placate le proteste e i dubbi dei cittadini contrari alla realizzazione della Circonvallazione di Trento, non convinti in particolare dalle rassicurazioni ricevute in merito all’impatto ambientale della grande opera, circa il rispetto delle “condizioni”, delle “prescrizioni” e delle determinazioni relative alle modalità di transito, alle tecniche di intervento e di scavo, alla tipologia delle analisi e degli approfondimenti relativi alle aree inquinate del SIN di Trento Nord che saranno attraversate dalla Circonvallazione.

Secondo i comitati, “Trento sta correndo un pesantissimo rischio ambientale, paradossalmente ammesso dallo stessa RFI quando nella memoria presentata al TAR del Lazio nella vicenda che la vede contrapposta ai proprietari dell’area SLOI ammette che senza la realizzazione della campagna di soil gas sono in pericolo i cittadini ed i lavoratori. E’ stato alzato un grande polverone mediatico per nascondere che le indagini sulle aree inquinate sono parziali e fortemente contraddittorie, oltre ad essere incomplete. Il “cantiere pilota” nella sua versione mignon, ha dato risultati contraddittori: ci ha detto che il terreno è inquinato da piombo tetraetile in misura “2/300 volte i limiti di legge” (per l’esatezza 260 volte!), mentre non sarebbero state riscontrate emissioni nell’aria”; il monitoraggio della bonifica delle rogge, in area ex Carbochimica, ha confermato un grande inquinamento da IPA (idrocarburi policiclici aromatici) nella falda ed ha segnalato che nella zona, dall’ inizio dei lavori, il piombo in aria è aumentato di ben 6/7 volte; la relazione annuale sulla bonifica delle rogge parla di criticità della tecnica del confinamento sia per quanto riguarda la fase di estrazione dei tubi e delle palancole che relativamente al mix design del jet grouting”.

“Posto che i lavori per la realizzazione della Circonvallazione AC/AV di Trento hanno avuto inizio nella prima settimana di marzo 2023 (è da allora infatti che scattano i 1250 giorni previsti per la durata dell’appalto) e che molte prescrizioni e condizioni dovevano essere ottemperate prima del suo avvio e prima della progettazione esecutiva, è direttamente al Presidente della Provincia Autonoma che pubblicamente ci rivolgiamo perché risponda alle domande circa la possibilità, le modalità, le tecniche e le misure di sicurezza per gli abitanti ed i lavoratori circa l’attraversamento delle aree inquinate inquinate di Trento Nord”, scrivono i comitati contro la circonvallazione ferroviaria, rivolgendo i seguenti quesiti a Maurizio Fugatti:

1. Se la provincia Autonoma di Trento ha provveduto a segnalare al Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica MASE (già MITE) che non è stata ottemperata la condizione n. 7 del Parere n.1 del 29 aprile 2022 della Commissione medesima che impone che “ANTE OPERAM”, nella fase di “progettazione esecutiva” RFI dovrà effettuare la caratterizzazione e la gestione dei terreni movimentati, nel rispetto di quanto indicato dal comma 4 dell’ art. 242 ter del Codice dell’ Ambiente?

2. Se non ritenga necessario chiedere a RFI la immediata sospensione dei lavori di cantierizzazione in assenza dell’ ottemperanza di detta condizione.

3. Se della vicenda è stata notiziata la Commissione Tecnica PNRR – PNIEC.

4. Se, unitamente al Comune di Trento, ha notiziato RFI che comunque, prima dell’ avvio dei cantieri, è necessario, proprio perché l’areale ferroviario non è catastalmente incluso nel SIN ma è comunque nelle zone a vigilanza del PRG del Comune di Trento, procede alla caratterizzazione dello stesso ai sensi dell’ art. 84 ter del PRG di Trento?

5. Quando ed in che tempi si intende dare attuazione al comma 694 della Legge di Bilancio dello Stato 2023 – 2025 ovvero alla caratterizzazione ed all’analisi di rischio (come richiesto anche da un recente ordine del giorno approvato dal Parlamento), e se non si ritenga che queste debbano essere realizzate prima della cantierizzazione e dell’ avvio lavori essendo logicamente propedeutiche e dirimenti circa la possibile realizzazione dell’ opera.

La città di Trento sta rischiando una catastrofe ambientale, RFI nega addirittura che quelle aree siano inquinate e si appresta ad intervenire non ottemperando neppure alle condizioni avute dall’ opera nel suo iter autorizzativo, ci auguriamo che a questa domande si risponda a stretto giro di posta e che ogni lavoro venga sospeso in attesa di dette analisi”, concludono i No Tav, annunciando che nei prossimi giorni sarà nuovamente interessata la Magistratura, “sia per verificare eventuali omissioni che per chiedere azioni atte ad impedire che questa finisca per essere davvero una tragedia”.

vitaTrentina

Lascia una recensione

avatar
  Subscribe  
Notificami
vitaTrentina

I nostri eventi

vitaTrentina