L’Aquila di San Venceslao a Rasom e Aiutiamoli a vivere per il loro impegno per l’Ucraina

Foto: Franco Ianeselli (FB)

L’Aquila di San Venceslao è stata consegnata all’associazione culturale degli ucraini in Trentino “Rasom” e alla fondazione “Aiutiamoli a vivere” per il loro impegno dal 24 febbraio 2022, giorno in cui è iniziata l’invasione russa dell’Ucraina, ad oggi.

“Cara Anzhela, cara Stefaniia, care volontarie, cari volontari delle associazioni Aiutiamoli a vivere e Rasom, vi ringraziamo per averci mostrato con la vostra testimonianza il presagio di un futuro migliore”, ha detto il sindaco di Trento, Franco Ianeselli. “E ci auguriamo che a breve tutti i vostri e i nostri sforzi siano indirizzati alla ricostruzione di un’Ucraina libera dalle armi dell’invasore, indipendente, democratica e pacifica. Un’Ucraina che non abbia più bisogno né di martiri, né di virtù eroiche: quelle che voi avete incarnato in questi sedici mesi di conflitto”.

“Il 24 febbraio dell’anno scorso, quando è iniziata la sciagurata invasione russa, abbiamo sfilato con voi nelle piazze di Trento che si sono riempite di disperazione e di angoscia per la sorte dell’Ucraina violata dai carri armati di Putin”, ha ricordato Ianeselli. “Un attimo dopo vi abbiamo visto ricacciare indietro le lacrime e mettervi al lavoro. Per raccogliere fondi, medicine, cibo da inviare in patria. Per accogliere profughi stremati dal viaggio e stravolti dalla preoccupazione. Vi abbiamo visto bussare a ogni porta, cercare e trovare supporto con la ferma determinazione di chi sa di fare qualcosa di necessario e indifferibile. In pochi si sono sottratti alle vostre richieste: ed è così che siete riuscite a reperire pullman che partivano pieni di aiuti e tornavano carichi di mamme e bambini. È così che avete riempito convogli di tir, finanziato rifugi e ospedali da campo, acquistato ambulanze. Avete creato gruppi di lavoro, trovato magazzini, impacchettato, smistato. Avete organizzato soggiorni per gli orfani, sostenuto famiglie che hanno perso tutto. Avete sfidato la guerra distribuendo speranza, rispondendo alla distruzione dei bombardamenti con il vostro sforzo di riparare vite, edifici, comunità. E oggi siete ancora qui, a cercare di far funzionare una macchina della solidarietà in cui molti hanno messo benzina non solo perché sentivano che era giusto e doveroso, ma anche perché sono stati ispirati dalla vostra abnegazione, dal vostro instancabile altruismo”.

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