Sait dovrà reintegrare i 53 magazzinieri licenziati: lo stabilisce il decreto della giudice del Tribunale di Trento

Sait dovrà reintegrare tutti i 53 magazzinieri licenziati a settembre 2022. Lo prevede il decreto della giudice Giuseppina Passarelli del Tribunale di Trento, la quale ha accolto il ricorso di Filcams, Fisascat e Uiltucs per condotta antisindacale, revocando così la procedura di licenziamento collettivo.

Le tre organizzazioni sindacali seguite dagli avvocati Alberto Ghidoni, Laura Bianchi, Giordano Stella, Alessio Giovanazzi e Federico Fior nel loro ricorso avevano contestato, tra le altre questioni, il fatto che il Consorzio si fosse sempre opposto al confronto con le tre sigle ma anche la tempistica proposta di cessione del contratto a Movitrento e la “genericità e incompletezza” delle informazioni sulla procedura.

Il giudice, accogliendo il ricorso di Filcams, Fisascat e Uiltucs, accerta il comportamento antisindacale di Sait “consistita nell’aver impedito al sindacato di interloquire, come sarebbe stato suo diritto, nella delicata fase di formazione della decisione di procedere al licenziamento collettivo, non prospettando fin da subito la possibilità di ricorre a strumenti alternativi”. “Ai sindacati – scrive il giudice – non è stato permesso di adempiere alla propria funzione istituzionale”.

Il giudice contesta anche la tempistica, eccessivamente ridotta, relativa alla proposta ad ogni singolo magazziniere di cessione del proprio contratto a Movitrento, “lesiva delle prerogative sindacali”. Erano disponibili appena 15 giorni, infatti, tra la data di comunicazione di avvio della procedura di licenziamento, e il termine ultimo entro il quale i magazzinieri dovevano accettare la cessione del contratto alla ditta appaltatrice.

Il decreto revoca la comunicazione di licenziamento e obbliga il Consorzio a reintegrare tutti i lavoratori licenziati. I segretari provinciali di Filcams, Fisascat e Uiltucs, Paola Bassetti, Lamberto Avanzo e Stefano Pichetti, esprimono soddisfazione per la decisione del Tribunale “che conferma la correttezza della nostra tesi e di fatto ribadisce che quei licenziamenti sono stati messi in atto in modo scorretto, limitando attraverso la condotta antisindacale, i diritti dei lavoratori. È un pronunciamento importante anche perché dal nostro punto di vista ribadisce che i dipendenti non sono semplici numeri di cui disfarsi velocemente quando si ritiene non siano più utili. Esistono diritti che vanno rispettati e regole da seguire che devono valere per tutti”.

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