Per una giustizia di comunità. A Trento una giornata dedicata alle carceri

Sarà una giornata dedicata alle carceri e alla giustizia, quella di sabato 15 luglio a Trento. Dopo una visita al carcere di Trento, prevista in mattinata, infatti, l’associazione Nessuno tocchi Caino propone, alle ore 16 in via Dordi 8, la conferenza dal titolo “Alternative al carcere. Per una giustizia di comunità“, presieduta da Filippo Fedrizzi, Presidente della Camera Penale di Trento e membro dell’Osservatorio Carcere UCPI, alla quale parteciperanno una lunga serie di ospiti.

Durante l’incontro sono previsti gli interventi di Rita Bernardini, Presidente di Nessuno tocchi Caino; Veronica Manca, del direttivo CP Trento, membro dell’Oss. Carcere UCPI; Vanni Ceola, dell’Ordine degli Avvocati di Trento; Sergio D’Elia, segretario di Nessuno tocchi Caino; Antonia Menghini, Garante per i detenuti e docente di Diritto penale presso l’Università di Trento; Maria Coviello, Presidente di APAS ODV Trento; Fabio Valcanover, Nessuno tocchi Caino; Vincenza Carbone, Presidente della Conferenza Regionale Volontariato Giustizia; Carlo Scaraglio, Presidente Dalla Viva Voce; Elisabetta Zamparutti, Tesoriera di Nessuno tocchi Caino.

L’appuntamento sarà l’occasione per fare il punto sulla situazione del carcere trentino, attraverso testimonianze dall’interno e dalle misure di comunità, e portare avanti il progetto dell’istituzione di un apposito provveditore per il carcere, con sede e competenza sugli istituti di penali della Regione Trentino-Alto Adige. Come spiega l’avvocato Fabio Valcanover, il provveditore, che ora ha sede a Padova, “opera nel settore degli istituti e servizi per adulti sulla base di programmi, indirizzi e direttive disposti dal Dipartimento stesso, in materia di personale, organizzazione dei servizi e degli istituti, detenuti ed internati, e nei rapporti con gli enti locali, le regioni ed il Servizio sanitario nazionale”. Il provveditorato regionale, inoltre, “può affidare, con contratto d’opera, la direzione tecnica delle lavorazioni a persone estranee all’Amministrazione penitenziaria, le quali curano anche la specifica formazione dei responsabili delle lavorazioni e concorrono alla qualificazione professionale dei detenuti, d’intesa con la regione, presiede le Commissioni Regionali per il lavoro penitenziario e può ricevere reclami da parte di detenuti e internati”.

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