Padre Alex Zanotelli: “Di fronte alla deriva bellicista è ora di cominciare a usare la disobbedienza civile”

Un’iniziativa dell’associazione Beati i costruttori di pace

Padre Alex, che significato ha recuperare gli archivi di “Beati i costruttori di pace”?

E’ molto importante ricordare il nostro impegno. Soprattutto nel contesto attuale, estremamente grave a livello mondiale. Se si va avanti così, rischiamo di arrivare a una guerra atomica e all’inverno nucleare. Beati i costruttori di pace nasceva contro una certa politica del governo di allora, con l’esportazione di armi italiane in Africa. è importante ricordare quelle lotte, fatte in un momento storico che è diverso dall’attuale che, ripeto, è ancora più grave. è significativo aver depositato tutta questa documentazione a Trento, dove c’è stato un grosso movimento dei “Beati”, tra sacerdoti, religiosi, laici, che hanno fatto un lavoro straordinario.

Documentazione che potrà diventare oggetto di studio.

Spero davvero che professori universitari e studenti comincino a fare ricerche su questo materiale, per vedere come si è lavorato allora e come oggi, in questo momento ancora più grave, dobbiamo impegnarci per la pace.

E’ suggestiva l’immagine dei “segnavia”: quali sono i “segnavia” più significativi nella storia dei “Beati”?

Fondamentale è che si è partiti dal basso, è un’esperienza che nasceva dal basso, attraverso incontri, mettendo insieme la gente.

Come accadde nelle “Arene di pace” a Verona.

Se riempivamo le Arene era perché c’era una grande mobilitazione, erano coinvolte moltissime realtà: dai Centri missionari ai sindacati, eccetera, che erano dentro questo percorso.

Era un movimento di popolo.

Questa è un’importante lezione per l’oggi: o il movimento per la pace diventa un discorso popolare, di popolo che si ribella, o se no c’è poca speranza con questi governi che sono prigionieri del sistema.

Altri punti di forza di “Beati i costruttori di pace”?

La capacità di aver unito credenti e laici. è fondamentale: unire le varie realtà, che a volte non si incontrano. Invece, no! Qui c’è un problema che ci tocca tutti e tutti devono essere coinvolti. è la seconda lezione.

Anche i vescovi del Triveneto erano inizialmente d’accordo.

Sì, l’appello “Beati i costruttori di pace” era nato con l’adesione anche dei vescovi del Triveneto, che avevano avuto il coraggio di firmarlo. Era venuto a Venezia il vescovo di Trieste, Bellomi, a dire che lui era lì a nome dei vescovi. Poi purtroppo è intervenuto il Vaticano e ha fatto ritirare la firma ai vescovi.

Cosa era successo?

Il documento aveva causato la rabbia di Spadolini (Giovanni, ministro della Difesa nel primo governo Craxi, ndr), che sul Giornale di Montanelli aveva accusato “i preti rossi del Triveneto” di attaccare il cuore dello Stato. Resta il fatto che i vescovi del Triveneto ebbero questo coraggio. Mi augurerei che oggi i vescovi avessero lo stesso coraggio.

Movimento nonviolento e Mir – Movimento internazionale della riconciliazione stanno promuovendo una campagna a sostegno degli obiettori di coscienza russi, ucraini e bielorussi.

Il sostegno agli obiettori di coscienza è importante, ma non è sufficiente. Perché, ripeto, siamo sull’orlo dell’abisso. In Europa ci stiamo armando fino ai denti. Gli Stati europei sono prigionieri del complesso militare-industriale. Mai abbiamo avuto una produzione di armi come oggi. E le armi si usano, la guerra andrà avanti. E ci potrebbe portare alla guerra globale. Dobbiamo renderci conto che per la prima volta nella storia umana, per la prima volta da quando calca il pianeta Terra, l’Homo Sapiens può scegliere se decretare la propria estinzione. Mai nessun’altra generazione ha avuto una responsabilità così grave.

Eppure sembra prevalere una retorica bellicista. Lo vediamo nel dibattito scatenato dalla controversa decisione dell’amministrazione Biden di inviare in Ucraina le “cluster bombs”, le bombe a grappolo: si arriva a difendere l’uso di queste armi, vietate da una convenzione internazionale sottoscritta da oltre cento Paesi perché sganciate sul terreno si comportano come mine antiuomo. è frutto della retorica bellicista che papa Francesco non si stanca di denunciare.

Oggi la narrativa globale in tutto l’Occidente dice che le armi si producono per difendere l’Ucraina attaccata. Sia chiaro: la Russia ha invaso un Paese indipendente, portando avanti una guerra che fa orrore. Ma perché si prolunga tanto? Perché la Nato, gli Stati Uniti e tutti quanti noi abbiamo armato a non finire Kijv. Un sostegno che ha lo scopo, lo ha spiegato il presidente Biden, di indebolire la Russia, per poi affrontare la Cina. In questi giorni è in corso a Vilnius in Lituania l’incontro della Nato. Ma a Vilnius c’è anche l’altra Nato, quella che sta nascendo: l’Aukus, il patto di sicurezza tra Australia, Regno Unito e Stati Uniti, cui si aggiungono Giappone e Nuova Zelanda. Perché lo scontro sarà lì. Stiamo andando verso un suicidio collettivo. C’è bisogno che il popolo cominci a organizzarsi e a mettere in discussione questi governi che ci stanno portando verso la fine.

Ma chi denuncia l’immoralità della guerra, come fa papa Francesco, è accusato di disimpegno.

Voglio citare le parole di un grande americano che condusse la resistenza contro la guerra in Vietnam, il gesuita padre Daniel Berrigan, che ha passato 44 mesi in carcere: “Oggi fare pace è altrettanto duro come fare guerra”. Perché devi metterci la tua faccia, essere emarginato, andare in carcere. Dobbiamo davvero arrivare a questo. è ora di cominciare a usare la disobbedienza civile. Pagando di persona.

Anche perché difendere la pace, opporsi alla guerra come unica soluzione alle controversie internazionali, significa anche difendere i diritti umani di tutti.

Non ho verità in tasca, ma ho una visione maturata nei lunghi anni di sofferenza a Korogocho, con gli ultimi. Siamo dentro un sistema mondiale economico-finanziario – più finanziario che economico – che permette al 10 per cento della popolazione mondiale (il 10 per cento di 8 miliardi, un po’ più di un miliardo di persone) di consumare il 90 per cento dei beni prodotti su questo Pianeta. Questa è la prima guerra che facciamo, portando la gente alla fame, all’impoverimento. E tutto questo perché quel 10 per cento possa continuare a mantenere il proprio stile di vita e a ottenere le risorse che non ha, soprattutto i minerali per l’High-Tech, il petrolio… Ecco perché dobbiamo armarci fino ai denti. Ci dice il Sipri, l’ Istituto Internazionale di Ricerche sulla Pace di Stoccolma, che l’anno scorso abbiamo speso 2.240 miliardi di dollari in armamenti. L’Italia ha speso nel 2022 32 miliardi di euro e tra qualche anno arriverà a 38 miliardi di euro. Non basta. Il sistema economico-finanziario militarizzato pesa sull’ecosistema a tal punto che stiamo andando verso l’estate incandescente.
Altra minaccia alla presenza dell’essere umano sulla Terra.

Il risultato di tutto questo è che la gente deve scappare da fame, da guerre, dai cambiamenti climatici. Ma il mondo ricco non ne vuole sapere di tutta questa gente, soprattutto se hanno la pelle scura o se sono musulmani. è l’altro che non vogliamo vedere. Sì, c’è una guerra anche contro i migranti.

Eppure ne avremmo bisogno, se parliamo, come facciamo in Italia, di inverno demografico.

Confindustria, che non è un Istituto missionario, in un suo documento afferma che in Italia avremmo bisogno ogni anno di 250 mila nuovi operai. E noi facciamo morire la gente che migra! è un sistema assurdo, contro cui dobbiamo tutti mobilitarci.

Rileggere i “segnavia” del passato potrà aiutarci a porne di nuovi, nel cammino che ci attende per costruire un mondo di pace e nonviolenza, come si prefiggevano i “Beati”?

Abbiamo bisogno soprattutto di disobbedienza civile. Io ammiro i giovani di “Ultima generazione” e di altri movimenti analoghi: fanno bene a fare quello che fanno. Perché i governi, purtroppo, sono prigionieri di questo sistema e non vogliono cambiare, né sul fossile né su nulla. La disobbedienza civile diventa fondamentale. E bisogna avere il coraggio di andare sotto processo, in galera. Sono queste le vie. Quello che facevano i primi cristiani. Dobbiamo praticare l’obiezione di coscienza, a tutti i livelli.

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Giacinto Avola
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Certamente occorrono dei veri movimenti per la Pace a livello inernazionale, senza confini.
Un caro saluto a Padre Alex Zanotelli.
Giacinto Avoa

Giacinto Avola
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Errata corrige : Giacinto Avola

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