“Trentingrana di alpeggio”, il presidio Slow Food presentato in Consiglio provinciale

Si è svolto nel pomeriggio di martedì 18 luglio, negli spazi della Aurora e dell’atrio di palazzo Trentini, un evento particolare, inusuale e gustoso, ovvero la presentazione da parte di Slow Food Trentino – col suo presidente Tommaso Martini – e di Trentingrana, del formaggio “Trentingrana di alpeggio“, Presidio 2021 dell’associazione con la chiocciolina, che valorizza la gastronomia autoctona di qualità.

Un giusto riconoscimento per un prodotto alimentare di nicchia e di particolare qualità e prestigio, che riverbera valori tipicamente e profondamente trentini: la forza della cooperazione, la cura della montagna, la ricerca della sostenibilità ambientale oltre che economica. A riconoscerne l’importanza strategica è stato il presidente del Consiglio provinciale Walter Kaswalder, che ha concesso il patrocinio e portato un saluto all’appuntamento, non senza esprimere vicinanza a questo settore per i problemi che sta vivendo di convivenza con i grandi plantigradi. All’evento è intervenuto anche il vicepresidente Pat Mario Tonina, correlando autonomia speciale e valori cooperativi, un binomio vincente – ha detto – ma che deve affrontare criticità importanti. Espresso il riferimento ancora a orsi e lupi: occorre – ha detto Tonina – rivedere la direttiva europea Habitat, perché questi animali ora non sono più sull’orlo dell’estinzione e va quindi cambiato l’approccio.

L’incontro nella sede del Consiglio è proseguito con la descrizione del Trentingrana di alpeggio 2021 appena uscito sul mercato dopo la paziente stagionatura in caseificio. L’esperto Giampaolo Gaiarin ha spiegato che verrà presentato al XIV Cheese di settembre, come uno dei prodotti di punta di un’attività – quella delle malghe d’alpeggio – straordinaria per risultati e bontà dei prodotti, ma sempre più complessa da portare avanti. Se solo il 5% del latte trentino trasformato in formaggio viene dall’alpeggio, i motivi ci sono e i referenti dei caseifici di Sabbionara, di Primiero, di Cercen Terzolas e della Presanella oggi l’hanno raccontato efficacemente. Stefano Albasini, presidente di Trentingrana Concast e del caseificio solandro, ha evidenziato due problemi assillanti: i plantigradi, ma poi ancora di più la crescente difficoltà di reperire personale per l’attività di malga, che impone sacrifici e stili di vita non più “moderni” (sveglia alle 4, fine giornata alle 22…) e pretende dunque grande passione e dedizione. Sulla stessa linea Gianluca Salvetti, vicepresidente di Sabbionara, e poi lo sviluppo della tavola rotonda che è seguita, con intervento anche dell’antropologa Marta Villa (che ha invitato a un atto di difesa collettiva d’un patrimonio troppo grande per poter essere abbandonato). Atto finale, una squisita degustazione, che ha potuto contare anche sulla competenza dei cuochi Slow Food Paolo Betti e Fiorenzo Varesco e sulla squisita collaborazione con l’associazione dei vignaioli del Vino Santo trentino.

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