Rovereto, Santa Caterina saluta padre Gianni Landini

Padre Gianni Landini lascia la parrocchia di Santa Caterina a Rovereto

La parrocchia di Santa Caterina di Rovereto si prepara a un cambiamento importante. Domenica 1° ottobre la comunità saluterà il cappuccino padre Gianni Landini, che ne è stato parroco per 12 anni. La giornata inizierà alle 10 con la Messa nella chiesa del convento di Santa Caterina e continuerà con un aperitivo e una pasta offerta dai gruppi alpini della Vallagarina, molti dei quali in questi anni hanno avuto come guida spirituale proprio padre Gianni.

Sono tanti i ricordi che il cappuccino lascia nella comunità roveretana, dove è arrivato nel 2011, forte del suo legame con il paese di Vallarsa, del quale era originaria sua madre. “È stato lui ad istituire il Grest. Prima che arrivasse padre Gianni, nella nostra parrocchia non c’era questa tradizione”, racconta Emanuela Pandini, che fa parte del consiglio parrocchiale di Santa Caterina. “Inoltre – aggiunge Pandini – ha avuto la capacità di chiamare a raccolta tante persone perché lavorassero nella nostra comunità, che si è ravvivata in tanti ambiti, dalla catechesi alla Caritas. Per fare solo un esempio, padre Gianni ha voluto un coro composto dai bambini della catechesi, che prima non c’era”.

A Santa Caterina padre Gianni Landini, classe 1948, ha portato un’altra sua grande passione: quella per il pallone. Quand’era giovane aveva giocato nella Solbiatese, in serie C, ed era stato per trent’anni capitano della Nazionale di calcio dei cappuccini. Arrivato a Rovereto, oltre ad ampliare le sale della parrocchia, aveva preso a cuore la costruzione di un campo da calcio che confina con il convento dei cappuccini di Santa Caterina.

“Da amante della natura, dei pesci, degli acquari e dei fiori, padre Gianni ci ha trasmesso anche il suo spirito francescano e la sua grande fede”, racconta Pandini. Il cappuccino lascia la comunità di Santa Caterina per sopraggiunti limiti di età: il 23 ottobre compirà 75 anni. Adesso tornerà in Lombardia (è originario di Busto Arsizio, ndr) come frate semplice. Presterà servizio a Lovere, in Valcamonica. A prendere il suo posto, nella comunità di Santa Caterina, sarà don Marco Saiani.

Dopo la chiusura del convento dei frati cappuccini di Trento, che hanno salutato la comunità nella chiesa di San Lorenzo domenica 17 settembre, dopo quasi 500 anni di presenza, quella di Rovereto rimane una delle tre comunità trentine di frati cappuccini assieme a quelle di Terzolas e di Arco. Attualmente, nel convento di Santa Caterina, che ha anche un’infermeria dove vengono curati i frati anziani e malati, ci sono poco meno di trenta frati: tra loro, anche alcuni che sono arrivati dal convento di Trento e da alcuni conventi del Veneto che hanno chiuso i battenti.
Marianna Malpaga

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