La svolta di Bolzano vista da Trento

Mentre si attende l’esito trentino del voto,  è opportuno cogliere anche da Trento la svolta che le urne aperte ancora ieri sera a Bolzano hanno consegnato alla storia della Provincia vicina.  La Svp, partito “di raccolta” (come sempre è stato definito) della minoranza tedesca dell’Alto Adige, si è fermato al 34% e non potrà più governare da solo, venendogli a mancare quasi un 8% dei voti rispetto alle elezioni precedenti. E dopo aver imbarcato cinque anni fa in Giunta la Lega (scesa però ora al 3%), dovrà certamente chiedere aiuto per la formazione della nuova Giunta a Fratelli d’Italia che ha ottenuto il 6%, mentre Forza Italia non ha ottenuto seggi.

Ad Arno Kompatscher, premiato peraltro da molti consensi personali fra gli elettori delle stelle alpine, sarà necessario però trovare altri appoggi per poter godere di una maggioranza stabile nel sistema ancora proporzionale che governa l’aula di Bolzano. Dovrà valutare se insistere con le difficili aperture a destra oppure se provare a stringere un accordo con i Verdi (saliti al 9%) o addirittura con il Team K,  il movimento politico cresciuto fino all’11%, ma fin dalle sue origini su posizioni alternative alla SVP.

Le impegnative scelte di Kompatscher avranno riflessi diretti negli equilibri dell’aula regionale: una ulteriore spostamento a destra potrebbe rafforzare una traiettoria di  sintonia con la leadership trentina,  rispetto alla quale però gli ultimi cinque anni hanno registrato anche molti “distinguo” (dalle scelte nella pandemia a quelle sui grandi carnivori) , soprattutto nella considerazione dell’autonomia specialistica.  Per questo Trento deve guardare con particolare attenzione alla formazione della Giunta altoatesina: potrebbe pesare non poco sul destino politico della nostra Regione nei rapporti con Roma e nel dibattito sul futuro delle autonomie.

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