L’Euregio che “fa scuola” può rafforzare il Trentino

Iniziativa di promozione dell’Euregio nelle scuole

Lo spunto
La cooperazione, la coesione e le alleanze sono la caratteristica dell’Euregio. E per dare vita a questo occorre iniziare già da piccoli. Un bell’esempio lo è in questo caso il concorso “Euregio fa scuola” rivolto alle scuole primarie e secondarie che quest’anno si svolge per la quarta volta nei tre territori che compongono l’Euroregione: Tirol, Alto Adige/Südtirol e Trentino.
Dalla storia alla diversità linguistica fino al futuro dell’Euregio, in dieci moduli le alunne e gli alunni hanno la possibilità di conoscerne le peculiarità collaborando alla creazione di poster o contributi digitali a seconda dell’età.
Mauro Stoffella
(lettera a l’Adige, 2 novembre 2023)

 

I grandi progetti si avviano da piccoli – in questo senso i concorsi scolastici sono ottimi strumenti di promozione – ma si sviluppano da “grandi”. Sembra giunto il tempo perché il Progetto Euregio acquisti piena maturità entrando nell’orizzonte della classe dirigente trentina e delle sue scelte gestionali e politiche.

Commentiamo insieme a Gianni Bonvicini, uno dei massimi esperti di politica europea, la lettera di Stoffella sul concorso “Euregio fa scuola” pubblicata in queste settimane di inizio legislatura.

“I prossimi anni – anticipa Bonvicini – dovrebbero essere in gran parte contrassegnati da un forte impegno politico a rilanciare e rafforzare la nostra autonomia speciale. Restare fermi significa infatti regredire”. Il Consigliere Scientifico dello IAI (Istituto Affari Internazionali (il più qualificato centro di ricerca sulla politica estera) indica questi strumenti a nostra disposizione in tre direzioni: il negoziato con Roma attraverso le norme di attuazione, lo stretto coordinamento con Bolzano e, appunto, la dimensione europea, rispetto alla quale dobbiamo chiederci se i collegamenti con l’UE o con iniziative europee possano servire a dare maggiore forza e spessore alla nostra autonomia speciale.

Riconoscendone l’importanza, Bonvicini auspica quindi alcuni interventi di rafforzamento dell’Euregio, perché possa diventare davvero uno degli snodi centrali di una politica interregionale e transfrontaliera autonomista. “Una delle specificità caratterizzanti della nostra autonomia – ricorda Bonvicini – è il riconoscimento e la copertura internazionale, un unicum nel nostro paese. Un “riconoscimento” che già con l’Accordino di scambi transfrontalieri si caratterizza per una dimensione europea: superare le frontiere. Ma dopo la dichiarazione della composizione del conflitto fra l’Italia e l’Austria e con l’adesione dell’Austria all’Unione Europea si sono aperti nuovi spazi che sono subito stati utilizzati”. “Fino ad oggi, però – constata Bonvicini – malgrado interventi da parte di Bruxelles per dare una base giuridica forte a questa tipologia di cooperazioni fra regioni di confine (i cosiddetti GECT, Gruppi Europei di Cooperazione Territoriale), non molto di sostanziale si è visto nell’ambito della nostra Euregio”. A parte numerosi concerti estivi e non, riunioni folcloristiche e incontri seminariali, alcuni progetti scientifici (l’Euregio Science Fund) o mostre “storiche” sugli sviluppi e le origini di Euregio, mentre altri temi sono sembrati marginali rispetto al raggio di azione politica di questo organismo. Qualcosa si è fatto sul piano dei trasporti, per esempio attraverso l’iniziativa di Euregio Ticket. Poco invece è stato fatto nel campo della salute. Ancora grida vendetta la mancanza di una cooperazione profonda nel settore accademico sanitario. Infatti Trento crea la propria alleanza con l’Università di Verona e Bolzano punta invece sulla Cattolica di Milano. Non era molto più logico unirsi alle eccellenti cliniche universitarie di Innsbruck e creare un unico sistema integrato fra le tre realtà provinciali? Lo stesso vale per la ricerca scientifica, l’apprendimento universitario, lo scambio di studenti.

L’impressione è che troppi accordi riguardino solo Innsbruck (uno studentato comune esiste solo a Innsbruck, Trento e Bolzano sembrano trascurate). Una corso universitario di diritto europeo si tiene ad Alpbach, tutto tace a Trento, nonostante qui vi sia la facoltà di Giurisprudenza.

La nostra autonomia speciale ci aprirebbe un’enorme quantità di competenze concorrenti con lo Stato nella cosiddetta dimensione esterna e Bonvicini ricava dallo studio comparato delle competenze delle due Provincie autonome e del Land Tirolo la possibilità di individuare ulteriori aree di cooperazione che corrispondono di più alle aspettative nella popolazione; in particolare il traffico transalpino e i trasporti, l’economia, il turismo, l’ambiente, l’energia, cercando di elaborare dei programmi di sviluppo comuni… Un esempio: nell’aprile scorso è stata istituita la giunta specializzata sulla Protezione civile su questioni di interesse dei Comuni (tutela dei boschi, bostrico… ma è stata carente la comunicazione ai cittadini per i quali l’Euregio continua ad apparire come una realtà lontana e un po’ misteriosa. Secondo Bonvicini, per ottenere risultati concreti va rifondata l’architettura istituzionale di Euregio, rifacendosi in parte al funzionamento dell’Unione europea. Dando vita ad un “esecutivo” vero e proprio (una Commissione) in grado di dare continuità (cosa oggi non scontata) e certezza (che oggi non esiste) alle decisioni e iniziative intraprese. Un esecutivo in grado di proporre ai tre governatori le strategie esterne di interesse per i nostri territori e di metterle in pratica elaborando anche accordi con regioni sia italiane che europee.

Oltre a proteggere la nostra specialità regionale, il rafforzamento di Euregio può rappresentare un grande e nuovo laboratorio nell’obiettivo di cancellare il concetto politico di confine, che sta erodendo la coesione UE in tempi di sovranismo. Sarebbe un contributo concreto alla ripresa di un discorso di integrazione europea che parta dal basso e che favorisca nuovamente libertà e democrazia. Oltre a dare maggiore forza e sostanza alla nostra autonomia speciale. Ma occorre da parte politica una vista lunga, con capacità di farci sognare in un futuro migliore.

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