Al Museo di Scienze e Archeologia di Rovereto due nuove sale dedicate a dinosauri e fossili

Due nuove sale si aggiungono alla proposta del Museo di Scienze e Archeologia di Rovereto, in Borgo Santa Caterina, che completa il nuovo percorso di visita di tutto il piano terra alla scoperta delle meraviglie della Natura con le sale di botanica, di mineralogia e, oggi, anche i due nuovi spazi dedicati a dinosauri e fossili.

Protagonisti dell’esposizione i pezzi davvero spettacolari delle collezioni del Museo: le grandi ammoniti da Castione e da Volano, i trilobiti, i gasteropodi, resti di coccodrillo dei mari giurassici, microfossili come nummuliti e briozoi, i calchi delle orme dei dinosauri del giurassico dai Lavini di Marco, lo scheletro dell’enorme Orso delle Caverne, e come novità assoluta uno straordinario pesce fossile dal famoso sito di Bolca e molto altro.

Nelle nuove sale, le diverse tematiche vengono affrontate in modo interdisciplinare e interattivo e con tanti habitat narrativi all’interno dei quali si possono apprezzare le preziose collezioni mentre si conosce il passato più remoto del nostro pianeta. Non manca poi l’effetto avvolgente di un sorprendente filmato sulla formazione del sito dei Lavini, che sarà particolarmente prezioso e apprezzabile soprattutto in questo periodo in cui il sito del giacimento paleontologico non è accessibile per i lavori di valorizzazione in corso.

Oltre alle appena completate sale di Paleontologia e al Planetario, con nuovo allestimento e spettacoli digitali, le sale dedicate alle temporanee che attualmente ospitano la mostra Amazzonia del fotografo Pino Ninfa, il piano prevede la visita alle altri spazi: la sala di Botanica, che partendo dal rapporto che esiste tra noi e il mondo vegetale approfondisce i temi della flora del Trentino e  delle emergenze più attuali, come il cambiamento climatico e alla modifica antropica dell’uso del suolo. In più uno spazio dedicato all’affascinante mondo della dendrocronologia, la scienza che studia gli anelli di accrescimento degli alberi e che fornisce informazioni fondamentali non solo sull’età degli alberi ma anche sull’andamento climatico nel passato. Sul versante della geologia, la nuova sala di mineralogia racconta i diversi paesaggi geologici del Trentino e la loro trasformazione, passando poi all’utilizzo dei materiali da parte dell’uomo con l’attività estrattiva di minerali e rocce fin dal Medioevo. L’ampia esposizione di esemplari della ricca collezione del museo segue il filo rosso della geodiversità del territorio, con un suggestivo video immersivo che riesce a spiegare con semplicità ed efficacia il complesso ciclo litogenetico, ovvero la continua trasformazione ed evoluzione delle rocce e della crosta terrestre.

Altre due nuove sale completano il piano: una sala video con le meraviglie della flora della nostra regione e una sala interdisciplinare dove, dalla viva voce degli esperti del museo si possono apprezzare diversi punti di vista scientifici sul tema del cambiamento, ed esprimere la propria opinione su alcuni degli obiettivi dell’agenda 2030 che stanno a cuore al museo.

“La nostra squadra, gli esperti delle diverse discipline, la direzione e il reparto comunicazione, ha dedicato tempo e impegno a un lungo percorso di formazione e collaborazione con We-exhibit di Venezia per la progettazione e la realizzazione dei nuovi allestimenti, più coinvolgenti e accessibili – ha commentato Giovanni Laezza, presidente della Fondazione Museo Civico – Un lavoro che proseguirà con il riallestimento del piano superiore. Il risultato è un museo innovativo che coniuga tradizione e  contesto territoriale, e che invito tutti a scoprire”

“Il Museo è un luogo che ha saputo mettersi in dialogo con la città, che collega gli oggetti al loro contesto culturale, che invita, già dalla sua nuova conformazione e dai suoi spazi rivisitati, a spostarsi da un “dentro” a un “fuori”, in un continuo rimando narrativo”, così Micol Cossali, assessora alla cultura del Comune di Rovereto

“La parola d’ordine che guida il nuovo museo è la scienza alla portata di tutti – commenta la direttrice Alessandra Cattoi – Pensiamo a un museo per imparare e per capire, dove ritornare e dove ritrovarsi. E anche dove divertirsi. I lavori sono ancora in corso e proseguiranno nei prossimi due anni con le sale di zoologia e di archeologia al primo piano”.

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