Dalla Caritro 10 milioni di euro per la crescita del Trentino e di chi lo vive

Ammonta a oltre 10 milioni di euro la cifra che Fondazione Caritro metterà in campo nel 2024 per sostenere la crescita del Trentino e di chi lo vive, per le erogazioni nei settori di ricerca, educazione, cultura e sociale. Una somma rilevante,  che fa toccare il massimo storico dal 1993, anno di nascita della Fondazione.

«L’obiettivo di Fondazione Caritro è molto chiaro: massimizzare il rendimento della gestione del patrimonio, sempre con oculatezza, per permette di sostenere in modo sempre più importante il territorio nel quale è cresciuta in questi trent’anni» spiega il presidente del Consiglio di Gestione, Carlo Schönsberg. «Un sostegno concreto ai progetti proposti dal basso: dalle associazioni, dalle scuole ed anche alle istituzioni con le quali la Fondazione porta avanti collaborazione importanti per tenere vivo il tessuto sociale, educativo, culturale ed economico. Gli esempi più recenti sono quelli legati all’educazione finanziaria, con i laboratori pensati per le famiglie, l’escape room per gli universitari e la serata di Facciamo Eco, durante la quale il teatro Sociale era tutto esaurito e la metà delle poltroncine era occupata da giovani venuti per ascoltare le diverse voci chiamate a parlare di economia. Sono tutti esempi concreti di come Fondazione Caritro vuole porsi nei confronti della comunità: con linguaggi nuovi, più vicina alle persone, come soggetto che tesse reti con le istituzioni e accorcia le distanze tra mondo profit e non profit, sempre con l’obiettivo comune di accrescere le competenze». Schönsberg ha sottolineato l’importanza delle risorse stanziate per il 2024, ricordando però che Fondazione Caritro non si ferma al sostegno economico, ma lavora sempre di più per creare percorsi di accompagnamento e crescita in tutti e quattro i settori d’intervento.

Con il nuovo documento di programmazione sono stati ridefiniti anche gli ambiti trasversali, quei filoni sui quali la fondazione intende puntare nei prossimi anni. Sono un’interpretazione dei bisogni raccolti dalla comunità. In primo piano ci sono le giovani generazioni alle quali dedicare percorsi formativi e di crescita delle loro conoscenze e competenze. Stimolarli a partecipare attivamente alla vita collettiva e contrastare invece le emergenti forme di disagio e di isolamento. Cura, rigenerazione e valorizzazione dei territori sono invece le azioni che rientrano nell’ambito della sostenibilità futura, per promuovere la salvaguardia dell’ambiente ma anche per spronare verso un’economia circolare. E poi l’impegno nel creare comunità attive: azioni partecipate, sviluppo di reti e nuovi modelli per i beni comuni.

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