Le parole forti di don Dante Clause nel nuovo libro edito da ViTrenD per il Punto d’Incontro

Don Dante Clauser al Punto d’Incontro. Foto (c) Gianni Zotta

Entrano nel vivo le iniziative della cooperativa Punto d’Incontro di Trento promosse nel centenario della nascita del fondatore don Dante Clauser.

In vista dell’appuntamento conclusivo, che lunedì 10 dicembre alle 17.30 al Muse sul tema “Disperata speranza” vedrà la presenza dell’inviata di guerra Francesca Mannocchi e di don Mattia Ferrari, cappellano della nave Mediterranea Saving Humans, il “compleanno” di don Clauser sarà ricordato con la presentazione di una raccolta dei suoi scritti: giovedì 7 dicembre alle 17.30, presso la sala Auditorium di via Giusti 45 a Trento, varie voci di amici e collaboratori parleranno del volume edito da ViTrenD “Amico di chi non ha amici”, voluto dal Punto d’Incontro.

Sono testi completi – solo in parte già editi dal nostro settimanale, di cui don Dante è stato a lungo collaboratore, così come ha tenuto molte rubriche alla radio diocesana – che riportano certamente ad altri tempi, ad altri linguaggi e a vicende che forse oggi per qualcuno possono sembrare lontane, ma che pure mantengono un’attualità e una forza non comuni, cariche di umanità e di sincerità. E che dicono molto dello spessore di don Dante, figura ancora tanto presente nel cuore e nell’esperienza di tantissimi trentini.

Nella prefazione Mattia Civico e Osvaldo Filosi, attualmente direttore e presidente del Punto d’Incontro, esprimono il desiderio di “cercare di custodire l’intuizione originaria del Dante che ci sembra di vedere ancora seduto nell’angolo del suo balcone, a incontrare ogni giorno i suoi amici di oggi”. E aggiungono: “Colpiva questo “omone”, forte, schietto, deciso, in alcuni momenti anche burbero, e allo stesso tempo pieno di attenzioni, capace di una tenerezza che quasi disarmava. E poi era capace di chiedere “scusa” alle persone, cosa non usuale e non scontata. La sua cordialità era contemporaneamente schietta e dolce. Arrivava tutto insieme. Non si può oggi che provare a continuare ad essere amici di coloro che non ne hanno, confermando ogni giorno il nostro invito a pranzo. Con rispetto e cordialità; tenendo la nostra porta aperta, anche quando i conti non tornano, anche quando siamo stanchi, anche quando non tutti condividono”.

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