Al Sas la mostra-viaggio nei 150 anni della Fondazione Edmund Mach

Aprirà i battenti sabato 13 gennaio allo Spazio archeologico sotterraneo del Sas, in piazza Cesare Battisti, a Trento, la mostra che celebrerà i 150 anni della Fondazione Edmund Mach, ideata dalla stessa FEM in collaborazione con la Provincia autonoma di Trento.

“Dalla terra il futuro. Viaggio nei 150 anni della Fondazione Edmund Mach” è il titolo del percorso espositivo che fino al 29 settembre 2024 si snoderà tra gli ambienti della Tridentum romana dando forma visiva alla lunga storia dell’ente, attraverso pubblicazioni, manufatti storici e soprattutto centinaia di fotografie selezionate nell’archivio fotografico della FEM e tra i fondi dell’Archivio fotografico storico provinciale. Nel 150° anniversario della nascita dell’Istituto Agrario di San Michele all’Adige, oggi Fondazione Edmund Mach, la mostra, curata da Marta Villa e Katia Malatesta con la collaborazione di Silvia Ceschini, Erica Candioli e Lucia Zadra, ne rilegge la genesi e l’evoluzione, mettendo a fuoco le sue molteplici attività nei settori: agricolo, agroalimentare e ambientale, tra istruzione e formazione, ricerca scientifica, sperimentazione, consulenza e servizio alle imprese.

Ripercorrendo le fasi di un dialogo sempre fertile tra tradizione e innovazione, il percorso, con il progetto espositivo dell’architetto Manuela Baldracchi, si intreccia con uno sguardo generale agli sviluppi del contesto agrario trentino, interpretati, senza pretesa di completezza, attraverso la soggettività di cinque dei più importanti fotografi e atelier fotografici attivi sul territorio tra la fine del XIX secolo e il terzo millennio.

La storia dell’Istituto iniziò il 12 gennaio 1874, quando la Dieta regionale tirolese di Innsbruck deliberò di attivare a San Michele all’Adige una scuola agraria con annessa stazione sperimentale. Alla direzione dell’Istituto fu posto Edmund Mach, giovane e brillante assistente dell’Istituto enologico e pomologico di Klosterneuburg (Vienna). Fin dalle origini, con un’intuizione che rimarrà a connotare tutta la storia successiva dell’istituzione, lo statuto prevedeva la simbiosi tra formazione agricola e sperimentazione in azienda, a favore del progresso dell’agricoltura trentina. Sotto la magistrale regia di Mach, la scuola di San Michele e la stazione sperimentale si affermarono come istituto modello e la loro fama varcò ben presto i confini regionali. Dopo Edmund Mach si susseguirono altri validi direttori, fra i quali spiccano le figure di Enrico Avanzi, professore accademico che diede un forte impulso scientifico all’Istituto e al quale si deve l’importante attività nel settore cerealicolo, frutticolo e viticolo, nelle quali fu supportato dall’opera infaticabile di Rebo Rigotti, ricercatore di grande talento che seppe spaziare in molteplici campi, in particolare nel miglioramento genetico della vite (si deve a lui l’incrocio che fu poi battezzato con il suo nome, “Rebo”).

Alla fine degli anni Cinquanta emerse la figura di Bruno Kessler che, nella duplice veste di Presidente della Provincia autonoma di Trento e dell’Istituto Agrario, seppe sviluppare le attività dell’ente comprendendo il fondamentale valore delle scienze agrarie per il territorio trentino e non solo. È soprattutto merito di Kessler se la scuola di San Michele negli anni Settanta si rinnovò e si preparò alle sfide dei tempi moderni, sviluppando, tra l’altro, collaborazioni con altre realtà scientifiche europee, soprattutto nel mondo di lingua tedesca. Nella storia recente la data più significativa è il primo gennaio 2008. L’Istituto Agrario di San Michele all’Adige, ente funzionale della Provincia autonoma di Trento si trasformò in una Fondazione, il cui nome tributò i dovuti meriti al suo primo e storico direttore, Edmund Mach. Nacque, quindi, un nuovo ente di interesse pubblico con personalità giuridica di diritto privato, assorbendo anche le attività del Centro di Ecologia Alpina contribuendo così ad ampliare il mandato a favore della ricerca ambientale.

Istruzione e formazione, trasferimento tecnologico e ricerca nei settori agricolo, ambientale e agroalimentare si delineano così come i tre pilastri della nuova organizzazione. La Fondazione Mach è oggi una “cittadella dell’agricoltura”, un unicum a livello nazionale: sempre più impegnata a diffondere gli studi nei settori di competenza, ma allo stesso tempo radicata sul territorio. Da 150 anni la missione è sempre la medesima: supportare l’agricoltura, l’ambiente e il territorio affrontando mediante l’innovazione le nuove sfide quotidianamente proposte.

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