A marzo aprirà un nuovo Centro antiviolenza a Rovereto

A marzo a Rovereto aprirà un nuovo Centro antiviolenza. Si troverà in via Flaim 20 e verrà gestito dall’Associazione Coordinamento Donne Onlus, che da anni gestisce il Centro antiviolenza di Trento.

“Si tratta del risultato di un lavoro di alcuni mesi e di un confronto con l’Associazione Coordinamento Donne che si è concretizzato poi nell’individuazione di uno spazio fisico a Rovereto quale sede operativa e punto di ascolto per le donne in difficoltà che vogliano sottrarsi alla violenza”, ha spiegato la sindaca reggente del Comune di Rovereto, Giulia Robol. “Il bacino di utenza è rivolto anche al territorio allargato per il quale la nostra città è un punto di riferimento anche per altri servizi, raggiungendo anche l’Alto Garda per raccogliere le molte richieste che arrivano e per le quali si auspica anche l’apertura di altri presidi simili”.

“Le esigenze emerse da parte dell’Associazione assegnataria del servizio sono molteplici – ha aggiunto l’assessora alle Pari Opportunità Micol Cossali – e mirano sostanzialmente a coprire la necessità di una sede idonea che garantisca riservatezza alle donne che qui si rivolgono per chiedere aiuto, sia verso l’esterno che all’interno degli spazi disponibili. La dislocazione, vicina al centro della città, dotata di parcheggio e facilmente raggiungibile con mezzi pubblici, rende più facile l’accesso a quello che sarà un servizio disponibile tutti i giorni, senza vincoli particolari e che si propone di lavorare in sinergia con gli altri soggetti impegnati nella lotta alla violenza sulle donne quali Forze dell’Ordine e Azienda Sanitaria”,

“Quello che si è voluto mettere in campo è un primo presidio, quasi un avamposto – ha specificato la sindaca Robol – dove le donne che vivono situazioni di disagio possano rivolgersi in prima battuta per essere ascoltate e prendere così coscienza delle difficili condizioni in cui si trovano per poi essere magari inviate ad altri servizi quali alloggi protetti, che da tempo esistono in città. Non si tratta di un luogo dove possono soggiornare ma piuttosto di un centro di consulenza e di ascolto dove costruire un rapporto di fiducia e capire, con l’aiuto di operatori professionali, se si è in una situazione che necessita di ulteriore intervento, cosa spesso per nulla scontata per le vittime di violenza”.

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