Compie cento anni Ezio Bressan, l’ultimo dei “tre moschettieri” della Cantinota di Padergnone

Ezio Bressan compie cento anni

Ezio Bressan, uno dei “tre moschettieri” che per decenni hanno gestito “la Cantinota” di Padergnone, compie cento anni lunedì 12 febbraio. Dopo la chiusura dell’attività nel 2020, Ezio si è trasferito a vivere con la figlia Maria Grazia e con il genero Fiorenzo Malpaga a Tenna, in Valsugana. Per il suo compleanno la famiglia gli ha regalato un libro scritto a otto mani dai figli Maria Grazia e Sergio, dal genero Fiorenzo e dalla nipote Anna: “La Cantinota dei fratelli Bressan. Viaggio nella storia del mitico locale di Padergnone”.

‘Nente alla Cantinota de Padergnon a bever el vin sant e a magnar en bon panin?’ era una proposta ricorrente, fino a qualche anno fa, per moltissimi trentini”. Il volume si apre con queste parole, e ripercorre la storia della Cantinota dal 1932, anno in cui aprì come negozio di merceria, al 2020. È negli anni Cinquanta che iniziò l’attività commerciale vera e propria: in quel periodo vennero aperti la locanda, la distilleria e l’albergo da 13 stanze, e venne implementata l’attività del negozio di alimentari e generi misti. Aiutati dalla madre Lina e, per alcuni anni, anche dalla sorella Anna Maria, i tre fratelli Bressan (Ezio, Luciano e Alberto), che erano conosciuti come “i tre moschettieri”, uniti dal motto “tutti per uno, uno per tutti”, gestirono per decenni la Cantinota. Il loro marchio di fabbrica era la casacca dell’oste, di un “azzurro aviatore”, e il Vino Santo, di cui il padre Rinaldo è stato uno dei primi produttori di Padergnone. Ezio si commuove ancora a ricordare il suo paese e il modo in cui veniva fatto il Vino Santo, che si chiama così perché la pigiatura del’uva avveniva tardivamente, in occasione della Settimana Santa.

I tre fratelli Bressan (Ezio è a destra)

In Cantinota sono passati anche personaggi conosciuti, come l’ex presidente della Provincia di Trento Bruno Kessler, i ciclisti Aldo, Francesco e Diego Moser (“erano di casa”, spiega Ezio Bressan), il campione Gino Bartali, il vescovo di Bolzano-Bressanone Joseph Gargitter e la stilista Anna Gaddo, che al locale ha dedicato anche una poesia in dialetto.

“Dal bolzanino – ricorda Ezio Bressan – arrivavano pullman di turisti che si fermavano in Cantinota al rientro dal lago di Garda”. Oltre agli avventori delle due province di Trento e Bolzano, arrivavano a Padergnone anche turisti dalla Germania e dall’Austria e, in un secondo momento, dalla Danimarca e dall’Olanda. Ad agosto 2022 due turisti olandesi sono arrivati a Tenna per cercare Ezio. Lo hanno trovato subito, seduto sulla panchina vicino alla croce che si trova all’imbocco del paese venendo da Levico Terme. Si stava riposando al rientro di una delle sue innumerevoli passeggiate. “Hanno abbassato il finestrino e mi hanno urlato ‘Ciao Ezio!’. Li ho riconosciuti subito, e anche loro mi hanno riconosciuto subito. Hanno vissuto un mese da noi, ed eravamo diventati come una famiglia. Siamo stati un’ora a ricordare i tempi andati”, racconta Ezio Bressan.

Nel 2013 la Cantinota ha ricevuto il riconoscimento di “Bottega storica trentina”. “La Cantinota e i fratelli Bressan – scriveva in un articolo comparso sul giornale L’Adige nel 2008 Renzo Maria Grosselli – non possono essere capitati qui per caso; deve averceli messi uno che vuole bene al Trentino”. Negli ultimi anni, dopo la morte dei fratelli Luciano e Alberto, Ezio ha gestito il locale assieme alla nipote Michela.

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