A Trento studenti a confronto con la presidente di Donne in rete contro la violenza

Credit: Federico Nardelli

Perché la violenza di genere può configurarsi come tortura. E quali implicazioni ne derivano per il diritto. A spiegarlo sono studenti e studentesse della Scuola di Studi internazionali dell’Università di Trento nel rispondere al primo dei tre quesiti posti loro dall’associazione DiRe – Donne in Rete contro la violenza. Le altre tematiche riguardavano la giustizia riparativa e le misure di protezione della vittima.

Una novantina di pagine, dense di riferimenti ai sistemi giuridici dei vari paesi del mondo, per fare un monitoraggio internazionale sulla violenza di genere e sulle iniziative per arginarla. È corposo e articolato il fascicolo consegnato nelle mani dell’associazione DiRe, rete nazionale di 87 organizzazioni di donne che gestiscono 106 centri antiviolenza e 62 case rifugio. Con circa 21mila donne ascoltate in un anno e quasi tremila attiviste impegnate sul territorio italiano.

Nel documento, che porta il titolo “Legal Opinions on Gender-Based Violence by the Students of the School of International Studies”, studenti e studentesse hanno scritto i tre pareri legali richiesti loro su questioni scottanti per affrontare il fenomeno in modo più mirato. Infatti, forniscono all’associazione spunti utili per le azioni da intraprendere alla luce della possibilità di classificare la violenza di genere come tortura, dell’opportunità di ricorrere a programmi di giustizia riparativa come la mediazione familiare nei casi di violenza sulle donne e dell’efficacia delle misure temporanee di protezione, dal braccialetto elettronico all’accoglienza della vittima in luoghi protetti.

I pareri legali sono l’esito del progetto di didattica basata sull’approccio della sfida (challenge-based learning), finanziato dall’Ateneo di Trento, che ha coinvolto studenti e studentesse del corso tenuto da Marco Pertile, professore di Diritto internazionale, con tutor Giulia Cagol, dottoranda di Studi giuridici comparati ed europei, in dialogo con l’associazione DiRe – Donne in Rete contro la violenza.

I risultati del progetto sono stati illustrati oggi in occasione della visita all’Università di Trento della presidente Antonella Veltri e di avvocate di DiRe. L’associazione ha apprezzato molto quanto è stato prodotto e ha deciso di condividere questi pareri come strumenti di approfondimento a disposizione di persone e realtà impegnate nel prevenire e contrastare la violenza di genere.

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