Al Trento Film Festival il miglior lungometraggio per il pubblico è “Segnali di vita”

Al Trento Film Festival anche il pubblico ha scelto i suoi film. Chi è andato in sala e ha votato ha premiato come miglior lungometraggio “Segnali di vita” del siciliano Leandro Picarella che con un suo precedente film partecipò alla Settimana della critica della Mostra di Venezia nel 2018.

“E’ un film ibrido, a metà tra finzione e documentario”, ha sottolineato Mauro Gervasini, responsabile della programmazione cinematografica del Tff. A Lignan, piccolo villaggio in val d’Aosta, arriva, all’Osservatorio astronomico, l’astrofisico Paolo Calcidese, in fuga dalla città per troppo stress (sembra veramente un attore per la naturalezza con la quale si immerge nella parte di sé stesso). Causa un guasto dell’impianto, entra in relazione con i valligiani per un sondaggio sulle loro conoscenze scientifiche. Come ci si può immaginare, i paesani ne raccontano di tutti i colori, “nel bene e nel male”.

L’astrofisico “si dedica ad altre forme di vita finora non considerate: gli esseri umani”, recita la sinossi. Miglior film di alpinismo è stato invece ritenuto “Monte Corno-Pareva che io fussi in aria” dell’aquilano Luca Cococcetta. E’ la ricostruzione, anche attraverso le parole dell’alpinista Francesco De Marchi, della scalata del Corno Grande, sul Gran Sasso, che fece il 19 agosto 1573.

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