“Gente felice”, la presidente del Gruppo Studi Arti Visuali: “Il volontariato sposta lo sguardo sul gruppo”

Alessandra Ianes

Alessandra Ianes, una formazione nella pratica pittorica, ha lavorato a lungo come disegnatrice di interni e da tre anni è la presidente dell’associazione Gruppo Studi Arti Visuali cui si dedica con impegno e amore. L’ufficio stampa del Comune di Trento ha raccolto la sua storia per la campagna “Gente felice”, lanciata in occasione di Trento capitale europea e italiana del volontariato 2024.

Com’è strutturata la sua associazione? Da quanti anni esiste?

La nostra associazione culturale è stata fondata il 21 dicembre del 1970 da un gruppo di persone appassionate di pittura. Aveva sede a Palazzo Roccabruna e Mariano Fracalossi era il direttore artistico. Nel 2001 l’associazione è stata rifondata. Ora ha sede in via Conci 86 all’interno delle scuole Steineriane, dove abbiamo a disposizione un locale luminoso per svolgere le numerose attività, che vanno dai laboratori di acquerello a quelli di figura dal vero con modello, dai viaggi culturali al disegno en plein air, dalla visita alla Biennale di Venezia all’esposizione autunnale dei lavori realizzati dai soci. Il contributo di tutti gli iscritti ci permette di autosostenerci finanziariamente. Per consolidare la nostra attività sul territorio e incrementare le ricadute positive, abbiamo anche richiesto l’iscrizione al registro del terzo settore per trasformarci in un’associazione di promozione sociale.

Da quanto tempo fa volontariato con il Gruppo studi arti visuali? Come ha iniziato?

Sono diventata socia circa sei anni fa, frequentando i corsi del referente artistico Bruno Degasperi, insegnante e pittore che tiene corsi d’arte, anche lui volontario. Dopo tre anni dal mio arrivo sono stata eletta presidente.

Dove fa la volontaria? Di cosa si occupa precisamente?

Il mio lavoro consiste nell’organizzare tutte le attività, da quelle consolidate a quelle nuove che vogliamo sperimentare. Non è una cosa semplice, perché sono coinvolte molte persone da coordinare e bisogna gestire tanti aspetti anche onerosi, come l’organizzazione degli eventi. È fondamentale dare sempre una spinta propulsiva alle iniziative, per far sì che il gruppo non si spenga. Curo poi gli aspetti legati alle pratiche burocratiche e la programmazione delle assemblee.

Ci può raccontare di un episodio significativo avvenuto durante la sua attività di volontariato?

Il viaggio culturale dell’anno scorso, che si è svolto nel mese di maggio ed è stato proposto da uno dei soci, emiliano di origine. Avendo vissuto a Bologna, voleva far conoscere alcuni aspetti artistici della città non molto conosciuti con un percorso appositamente studiato. Ho accolto molto volentieri l’idea, spingendo il gruppo ad aderire. Alla fine, abbiamo organizzato un pullman di cinquanta persone e vissuto un’intera giornata bolognese, scoprendo angoli segreti e osservando questa città ricca di storia con una lente inusuale. È stato un bel momento di condivisione, nato da un sentimento nostalgico capace di suscitare nei partecipanti un ricordo emozionante.

Cosa le dà il fatto di impiegare il suo tempo per un’attività del tutto gratuita?

Per me significa potermi occupare di una cosa che amo molto, ovvero l’arte, che è un’attività estremamente appagante, a patto che ci si avvicini ad essa con lo spirito giusto. Questa è una difficoltà che si può incontrare, perché non sempre gli ambienti sono inclusivi: alle volte possono essere respingenti o richiedere un impegno troppo grande oppure, al contrario, ci si può imbattere in proposte molto brevi e poco costruttive. Il nostro laboratorio artistico è un luogo in cui si ha lo spazio per lavorare con i materiali necessari insieme ad altre persone che hanno esperienze e conoscenze da condividere. Per me, significa poter mettere al servizio degli altri quello che nel corso degli anni ho appreso. Abbiamo creato un ambiente inclusivo ed eterogeneo, che offre diversi modi per approcciarsi all’arte, a seconda della personale sensibilità. Ci sono poi tanti momenti di condivisione umana e conviviale, anche per i fruitori e gli appassionati. Insomma, c’è spazio per tutti.

La sua vita è cambiata da quando ha iniziato a fare volontariato?

Tantissimo, sono più impegnata di prima. Insegnare quello che ho imparato e confrontarmi con altre persone è molto stimolante e aiuta la mia ricerca, perché implica uno studio continuo. L’associazione deve essere in grado di fornire sempre una guida e nuovi stimoli.

Le vite di tutti sono sempre più frenetiche: come fa a trovare il tempo?

Organizzando molto bene le mie attività e stabilendo delle priorità, per dedicare a ogni ambito il tempo necessario. Nei periodi più intensi, ogni giorno devo dedicare alcune ore all’associazione, anche se confesso che la mia testa lavora sempre, non va mai in vacanza, perché presto attenzione alle opportunità offerte dal territorio per proporle ai soci.

Ha qualche richiesta, qualche suggerimento per aiutare i volontari del suo settore?

Nel campo artistico, il problema delle associazioni è trovare una sede da dedicare alle proprie attività in via esclusiva, attrezzata con bagno e lavelli, esposta alla luce giusta e con un costo sostenibile, magari un affitto calmierato. Se ci fossero più locali disponibili, molte persone che hanno le competenze potrebbero mettersi in gioco: studenti, universitari, non solo lavoratori o pensionati. Potrebbero essere coinvolti anche soggetti con disabilità. A Trento, mancano anche gli spazi espositivi. Sarebbe importante che quelli presenti accogliessero, magari una volta all’anno, le realtà del territorio come la nostra. Diventerebbe molto stimolante per il nostro lavoro.

Pensa che il volontariato l’abbia fatta diventare più consapevole?

Il volontariato ha spostato un po’ lo sguardo. Non è più uno sguardo solo su di me, sulla mia famiglia e sul mio lavoro, ma è uno sguardo anche al benessere del gruppo, di chi mi sta attorno.

Fare volontariato la rende felice perché…

Posso trasmettere agli altri le mie competenze e dagli altri prendo la forza per andare avanti con la mia ricerca personale. È uno scambio continuo.

Mi può dare i contatti della sua associazione per chi fosse interessato a farne parte?

È possibile scrivere a gsav2001.presidente@gmail.com e iscriversi al gruppo Facebook “Gruppo Studio Arti Visuali 2001”.

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