Sono un migliaio in Trentino le lavoratrici e i lavoratori della sanità privata accreditata senza contratto. Gli accordi siglati da Aris (associazione istituti religiosi socio sanitari) – Aiop (associazione italiana ospedaliera privata) e Cdr (centri di riabilitazione) sono scaduti rispettivamente da 6 e 13 anni. Nella mattinata di oggi, mercoledì 30 aprile, i lavoratori hanno protestato nel piazzale antistante la casa di cura Solatrix di Rovereto per chiedere il rinnovo del contratto e una decisa presa di posizione della Provincia di Trento.
“Quello delle strutture sanitarie private accreditate è a tutti gli effetti un servizio pubblico, che integra il Servizio Sanitario Nazionale in base all’articolo 32 della Costituzione”, chiariscono i tre segretari provinciali Alberto Bellini, Giuseppe Pallanch e Giuseppe Varagone. Per questo motivo deve essere regolato da criteri chiari e vincolanti”.
La richiesta è una: chi riceve accreditamenti e fondi pubblici deve garantire salari e diritti ai lavoratori e dotazioni organiche adeguate e alle stesse condizioni della sanità pubblica: “Chiediamo alla Provincia regole chiare e vincolanti sugli accreditamenti. Non è accettabile che il diritto al contratto sia ostaggio di un ricatto economico perché ad oggi Aiop e Aris stanno scaricando il rischio d’impresa sulle spalle delle lavoratrici e dei lavoratori e, indirettamente, sull’intera collettività”.
Fino a questo momento le controparti datoriali hanno ribadito la loro indisponibilità a rinnovare i contratti finché Governo e Regioni e Province autonome non garantiranno l’integrale copertura dei costi. Senza un cambio di rotta, la mobilitazione dovrà proseguire con lo sciopero. La mobilitazione a livello nazionale è già programmata per il 22 maggio.
L’astensione dal lavoro riguarderà le e i dipendenti degli ospedali San Pancrazio e San Camillo, le case di cura Eremo, Villa Regina, Villa Bianca, Solatrix, la Cooperativa Villa Maria e il Centro Franca Martini.