“Lasciatemi essere chiaro: senza infermieri non c’è futuro, senza infermieri non c’è salute, non c’è assistenza per una popolazione sempre più anziana, fragile e sola”. Lo ha detto il presidente dell’Ordine degli infermieri del Trentino Daniel Pedrotti in occasione della Giornata internazionale dell’infermiere. “La salute non si improvvisa e non si impone: si costruisce. E si costruisce insieme: con i cittadini, le istituzioni, le altre professioni sanitarie e i decisori politici. Non può esserci una professione che sovrasta le altre. Non può esserci una politica che guarda solo al tornaconto immediato, senza una visione d’insieme più ampia e di prospettiva. Non si può parlare solo di ospedali e pronto soccorso senza affrontare anche il tema del territorio, della fragilità e della non autosufficienza. Il benessere, di chi cura e di chi viene curato, nasce da un equilibrio delicato, da un’empatia che è alla base della nostra identità professionale. L’Assessorato alla salute e il consiglio provinciale non hanno mai sottovalutato la “questione infermieristica”: apprezziamo le misure adottate in questi ultimi anni, tra cui la definizione del modello di Infermiere di Famiglia e Comunità in provincia di Trento, che ora necessita di un ulteriore impulso nella sua piena attuazione, assicurando sempre il requisito imprescindibile della competenza specialistica. Riteniamo altresì significative le linee di indirizzo per la prevenzione e la gestione degli atti di violenza nei confronti dei professionisti sanitari, l’istituzione della figura del Direttore Assistenziale, l’attivazione di funzioni specialistiche e il potenziamento delle indennità contrattuali in diverse aree”.
I PRIMI QUINDICI LAUREATI NELLA SEDE DI TRENTO DI UNIVR
L’Ordine delle Professioni Infermieristiche esprime profonda soddisfazione per il conseguimento di questo risultato da parte dei primi quindici professionisti che hanno completato il percorso di studi nella sede di Trento dell’Università di Verona. “Esprimo a nome di tutto l’Ordine e della comunità infermieristica provinciale le più vive congratulazioni ai quindici neolaureati magistrali per l’impegno, la costanza e la qualità del percorso compiuto”, ha dichiarato il presidente OPI Daniel Pedrotti.
I DATI SUL SETTORE INFERMIERISTICO IN TRENTINO
Prima di tutto, il contesto: oggi il 36% dei cittadini in Provincia di Trento ha almeno una patologia cronica e il 17% almeno 2. Nel 2040, in Italia e in Trentino, gli over 50 supereranno gli under 50 e nel 2050 il 35% della popolazione avrà più di 65 anni. In questo scenario di grandi cambiamenti, gli infermieri giocheranno un ruolo fondamentale. Se nel 2024 il numero degli infermieri pediatrici si è confermato stabile rispetto all’anno prima (42), quello degli infermieri è aumentato a 4.519 (cioè 63 in più) ed è sempre maggiormente rappresentato dalle donne (3.086 ovvero l’83,4%). Sono 576 gli infermieri tra 26 e 30 anni, 569 quelli tra 31 e 35, ma la concentrazione maggiore (il 43% e cioè 1.956 infermieri) si registra tra i 46 ed i 60 anni.
Attualmente gli infermieri attivi ogni mille abitanti sono 7,7 e cioè più della media italiana (6,5), ma al di sotto di quella europea (8,4) e di quella indicata dall’OCSE (8,9). Un dato negativo arriva però dall’accesso alla Laurea Triennale in Infermieristica: a fronte di un aumento di posti a bando dell’1,9% nell’anno accademico 2024-2025, le domande di accesso ai corsi si sono ridotte mediamente a livello nazionale dell’8% rispetto all’anno accademico precedente. Il problema si riflette sulla carenza del personale: in Trentino Alto Adige servirebbero 1.125 infermieri in più, 552 sul territorio e 573 in ospedale, mentre guardando solo alla nostra provincia la stima è tra 433 e 453 professionisti. In Italia mancano 65 mila infermieri. Pesano le retribuzioni: gli stipendi degli infermieri italiani sono del 20% più bassi rispetto alla media europea.