Sarà un’intensa invocazione di pace la Veglia di Pentecoste in programma in Duomo sabato 7 giugno alle 20, sotto la guida dell’arcivescovo Lauro Tisi, alla vigilia della solennità in cui la Chiesa celebra il dono dello Spirito Santo.
La Diocesi trentina raccoglie così l’invito del Consiglio permanente della CEI che ha chiesto a tutte le Chiese locali in Italia, “in un momento storico contrassegnato da guerre e discordie”, di “celebrare la Veglia di Pentecoste per implorare da Dio il dono di una pace piena e a ricucire i vincoli di fraternità tra le nazioni”. Il Consiglio episcopale permanente si è riunito a Roma il 27 maggio sotto la guida del cardinale presidente Matteo Zuppi. I vescovi hanno rilanciato un appello forte e unanime per la pace, da costruire con gesti concreti di solidarietà e momenti di preghiera.
Di fronte al dramma della guerra, che unisce tragicamente diverse parti del mondo, e alla violenza che non sembra cessare né in Ucraina né a Gaza, i vescovi italiani hanno invocato un cessate-il-fuoco immediato, denunciando l’inaccettabile tributo che intere popolazioni stanno pagando e ribadendo la necessità che il diritto umanitario internazionale sia sempre garantito.
In linea con quanto sottolineato dal presidente nella sua Introduzione, il Consiglio permanente ha ribadito l’urgenza di un impegno, propositivo e fattivo, per una pace che, come l’ha definita papa Leone XIV, sia “disarmata e disarmante”.
Riguardo all’immane tragedia che si sta consumando nella Striscia di Gaza, i Vescovi hanno fatto proprie le parole pronunciate mercoledì scorso, al termine dell’udienza generale, da Leone XIV: “È sempre più preoccupante e dolorosa la situazione nella Striscia di Gaza. Rinnovo il mio appello accorato a consentire l’ingresso di dignitosi aiuti umanitari e a porre fine alle ostilità, il cui prezzo straziante è pagato dai bambini, dagli anziani, dalle persone malate”. (Udienza generale, 21 maggio 2025). Uniti al Santo Padre, hanno quindi auspicato che sia rispettata la dignità delle persone, sia permesso l’ingresso di aiuti senza restrizioni, siano aperti corridoi umanitari e, soprattutto, si attivi la Comunità internazionale per porre fine alle ostilità.