“My father’s diaries” (I diari di mio padre), 97 minuti, è il documentario realizzato dal regista bosniaco Ado Hasanovic già in concorso all’ultimo Trieste Film Festival. Il film si potrà vedere a Trento, al cinema Vittoria, mercoledì 4 giugno, alle ore 20 nel corso di una serata organizzata dal Cnca (Coordinamento nazionale comunità accoglienti) che il 5 e 6 giugno, nel capoluogo (alla fondazione Demarchi), terrà la sua assemblea nazionale. Sarà presente il regista che, al termine della proiezione, dialogherà con Lejla Mesic Smaijc, portavoce dell’associazione Emmaus Bosnia Erzegovina.
A luglio del 1995 a Srebrenica, in Bosnia Erzegovina, nel corso di una delle guerre di dissoluzione della Jugoslavia, si compì un genocidio. I serbo bosniaci del generale Ratko Mladic massacrarono più di 8000 bosniaci musulmani. Il padre di Ado, Bekir, dal luglio ’93 riprendeva la vita di ogni giorno della città con una videocamera acquistata con una moneta d’oro. Riuscì a salvarsi sopravvivendo alla Marcia della morte in cui circa 15mila uomini e ragazzi, inseguiti dai serbo bosniaci, fuggirono verso Tuzla dove ne arriveranno tra i 4500 e i 6000, attraversando montagne e boschi.
Ado Hasanovic parte da quelle immagini e dai diari del padre per cercare di capire, insieme alla madre Fatima, come il genitore, al centro di una lunga intervista, ce l’abbia fatta a ricongiungersi alla famiglia. “La storia è raccontata in prima persona – afferma Ado Hasanovic – come se stessi scrivendo un diario, con la difficoltà di trovare un modo per comunicare con mio padre, che non c’è più, con i suoi terribili ricordi e con il senso di gratitudine di essere sopravvissuti”. Hasanovic, che vive in Italia, aggiunge: “All’epoca avevo 9 anni. Non feci la Marcia della morte, ero sfollato a Tuzla dal ’93. Ma nel 2017 ho partecipato alla Marcia della pace da Nezuk a Potocari (il memoriale dove sono sepolte le vittime, ndr) e per me è stata un’esperienza molto forte e importante”.