Non usa mezzi termini il custode di Terra Santa fra Francesco Patton, intervistato da Catia Caramelli del Sole 24 Ore: “Alla comunità internazionale dico si svegli perché ho l’impressione che stia dormendo, che la smettano di giocare con le parole e facciano pressione in maniera decisa su quelli che sono i contendenti, in questo caso Israele ed Iran, perché risolvano i problemi per via negoziale perché per via militare i problemi si risolvono facendo morire le persone”.
La guerra tra Israele e Iran sta facendo calare un’ombra su ciò che accade a Gaza, dove lunedì 16 giugno 38 persone sono state uccise mentre attendevano gli aiuti alimentari nel sud della Striscia. “Certamente è calato il silenzio su quello che continua a succedere nella Striscia di Gaza. Per alcuni giorni peraltro nella Striscia sono rimasti anche privi di internet e quindi privi della possibilità di comunicare”, ha raccontato padre Patton al Sole 24 Ore. “Purtroppo nessuno di noi entra a Gaza, noi ogni tanto riusciamo a sentire il parroco Gabriel Romanelli che cerca di tenere alto il morale dei parrocchiani, grazie a Dio è tutta gente che crede, quindi trova anche nella preghiera frequente un sostegno non solo spirituale ma anche psicologico”.
A Gerusalemme, ha spiegato il custode di Terra Santa, “la situazione è quella, oserei dire, del tempo della pandemia. C’è una città vuota, la gente è sgomenta, c’è un silenzio spettrale. A Gerusalemme è tutto fermo, ma a me quello che fa impressione è anche l’impotenza globale della comunità internazionale”. E ovviamente i pellegrinaggi sono fermi. “Adesso è chiuso anche l’aeroporto quindi diventa anche impossibile raggiungere la Terra Santa, bisognerebbe andare in Giordania e poi venire qui, ma non è assolutamente il caso di farlo in un contesto come questo. Prima che scoppiasse la guerra con l’Iran la situazione era ancora gestibile ed era possibile fare il pellegrinaggio, quando è scoppiata questa guerra noi stessi abbiamo aiutato i gruppi di pellegrini che erano qui a lasciare il paese”.