Fermare le attività lavorative nelle ore più calde della giornata, almeno nei settori dove più alto è il rischio per la salute. Cgil e Fillea chiedono alla Provincia di Trento di emanare un’ordinanza per tutelare in modo più efficace lavoratrici e lavoratori.
“Non chiediamo niente di più di quanto non sia già previsto nelle linee guida nazionali per il rischio calore – fanno notare Manuela Faggioni Sella, responsabile per la salute e sicurezza della Cgil del Trentino, con Giampaolo Mastrogiuseppe, segretario generale della Fillea, la categoria che segue il comparto edile tra i più critici -. Già diverse regioni si sono mosse in questa direzione, di fatto rafforzando ulteriormente le misure già previste con un’ordinanza che impone lo stop nelle ore più calde per i settori più a rischio. Da piazza Dante intanto nessun provvedimento aggiuntivo rispetto alle misure già previste negli anni scorsi, che restano valide, dalla cassa integrazione straordinaria alla messa a disposizione di bevande e sali minerali, modifica degli orari di lavoro etc.”.
La sospensione dell’attività è chiaramente l’azione più incisiva, ma i sindacati evidenziano un insieme di buone pratiche da mettere in campo per evitare di incorrere nel colpo di calore diverse settore per settore, dall’aumento delle pause fino alla rimodulazione dei turni, spostando la lavorazione la mattina presto e nelle ore pre-serali, quando possibile, sulla base di accordi sindacali. È fondamentale anche che ci sia a disposizione dei lavoratori acqua, bevande con sali minerali e una zona d’ombra. Sarebbe auspicabile inoltre l’installazione di sistemi di raffrescamento.