In Trentino nella stagione invernale 2024-2025 sono stati registrati oltre 7,7 milioni di pernottamenti e una permanenza media pari a 4,1 notti. Il dato, che riguarda i mesi da dicembre 2024 ad aprile 2025, emerge nell’ultimo report dell’Ispat, che mostra un bilancio complessivo positivo, con una crescita generale delle presenze (+0,9% rispetto all’inverno precedente), malgrado una leggera flessione degli arrivi (-1,6%).
“Dopo i difficili anni della pandemia- commenta l’assessore al turismo della Provincia di Trento Roberto Failoni – possiamo ora contare su un comparto energico e resiliente, che non solo garantisce il lavoro a migliaia di lavoratori e imprese collegate, ma genera anche un indotto considerevole, favorendo lo sviluppo di tutto il tessuto economico locale, manifattura compresa. Dobbiamo ora continuare su questa strada, lavorando per una distribuzione più equilibrata dei flussi turistici sul territorio, attraverso un modello sempre più orientato alla qualità dell’offerta”.
I turisti che sono arrivati in Trentino nella stagione invernale appena passata sono soprattutto italiani (52,7%). Rispetto all’inverno 2023/2024, però, le presenze degli italiani crescono nel solo settore extralberghiero. Molto positivo, invece, l’andamento dei turisti stranieri, che evidenziano una crescita dei pernottamenti del 6%. In termini strutturali, le presenze alberghiere rappresentano l’80,5% del totale dei pernottamenti rilevati nel complesso delle strutture ricettive.
Rispetto alla precedente stagione invernale si registrano variazioni positive delle presenze negli alberghi a una e due stelle e nelle categorie con almeno quattro stelle. Risultano in flessione i pernottamenti negli alberghi a tre stelle e tre stelle superior. Le presenze registrate nelle strutture a tre stelle rappresentano il 43,2% del movimento turistico alberghiero invernale.
A livello mensile, la dinamica delle presenze osservata mostra valori in crescita per quasi tutto il periodo. Solamente il mese di marzo registra un calo nelle presenze del 6,6%, che si spiega in gran parte con il posizionamento della Pasqua 2024 a fine marzo.
Le principali regioni italiane di provenienza si confermano essere Lombardia (più di 700mila presenze), Lazio, Emilia-Romagna (circa 600mila pernottamenti ciascuna), Veneto (circa 480mila presenze) e Toscana (circa 380mila presenze). Per quanto riguarda gli stranieri, i flussi maggiori provengono da turisti polacchi, cechi, tedeschi, inglesi e belgi.
La performance dei singoli territori è positiva in quasi tutti gli ambiti a vocazione sciistica. Buoni risultati per Val di Sole, Val di Fiemme e Val di Cembra, Val di Fassa, Madonna di Campiglio, Pinzolo, Val Rendena, Giudicarie centrali e Valle del Chiese, che nel complesso totalizzano un volume di presenze pari al 61,8% del totale dei pernottamenti invernali. In flessione invece gli ambiti di Altopiano della Paganella, Piana della Rotaliana e San Lorenzo Dorsino e di San Martino di Castrozza, Primiero e Vanoi.