“Visto che parliamo tanto di bambini e assai meno con i bambini, sarebbe forse interessante sentire come la vedono loro, ammassati tutto l’anno in classi numerose, spesso in situazioni problematiche o vittime di bullismo. Costretti a passeggiare sempre per mano con un compagno o con la maestra, soggetti a numerose quanto inevitabili regole di convivenza cameratesca. Dovremmo chiedere a loro – se la loro centralità non è solo uno slogan – che cosa ne pensano della scuola aperta a luglio: c’è da immaginare che preferirebbero stare a casa propria, con amici loro, con genitori presenti, attenti, affettuosi, appagati nel vederli crescere e nel sentirli vicini”. Lo afferma in una nota l‘associazione Docet in merito alla proposta di allungare il calendario scolastico fino a luglio anche per le scuole elementari.
“Non si trasformi passo dopo passo e furtivamente, approfittando della distrazione estiva, la scuola in un servizio conciliativo, confondendo la didattica con il parcheggio, e si attivino invece risorse economiche per una società veramente equa: stipendi adeguati al costo della vita, permessi retribuiti ai genitori, incrementi economici significativi per la cura dei figli minori”, prosegue l’associazione. “Altrimenti, non ci si lamenti poi della fragilità giovanile: meglio di poter fruire del bonus psicologo è non averne proprio bisogno. Meglio delle comunità terapeutiche è la prevenzione: si aiutino le famiglie a cogliere per tempo gli eventuali segni di disagio e si dia loro modo di stare vicino ai figli in difficoltà. E non ci si stupisca della fuga dei cervelli (che orrenda espressione!): chi ha sufficiente cervello per rendersi conto che gli stipendi bastano a garantire a malapena la sopravvivenza di giovani sani e senza figli, scappa. Chi desidera una famiglia, chi è consapevole della responsabilità che comporta e non può o non vuole appoggiarsi a vita ai propri genitori, scappa”.