Fra Francesco Patton a Vigolo Vattaro con le Acli: “Davanti al massacro di Gaza dobbiamo schierarci dalla parte di chi soffre, dei più deboli”

Era gremito il teatro parrocchiale di Vigolo Vattaro, nella serata di lunedì 1 settembre, per l’incontro promosso dal Comune Altopiano Vigolana assieme alla biblioteca, all’Unità Pastorale della Vigolana-Santa Paolina e dalle Acli Trentine con Fra Francesco Patton, per nove anni custode di Terra Santa, in questi giorni ricevuto in colloquio privato da Papa Leone.

L’incontro, moderato dal giornalista Giorgio Lunelli, è stata occasione per presentare il libro di padre Patton “Come un pellegrinaggio”. “La guerra di Gaza è l’ultima di 60 guerre in corso nel mondo di cui non si parla” ha esordito padre Patton.

“Come Acli Trentine abbiamo titolato l’editoriale del mensile di settembre L’Occidente muore a Gaza. Una tragedia che vede tante complicità. Siamo qui per rispondere forse anche a quella domanda del bambino che un domani in età matura potrebbe chiederci: tu cosa hai fatto in quei mesi, in quei giorni, in quegli anni per Gaza? Come hai reagito? Quali iniziative hai attivato? Dobbiamo prepararci a dare risposte a quel bambino che oggi è immaginario ma domani potrebbe diventare realtà”, ha detto dal palco il presidente Walter Nicoletti.

“Quel bambino chiede di prendere coscienza e fare ciò che è possibile. L’ostacolo più grande alla pace è come si considerano i popoli tra loro, se ritieni che quel posto sia esclusiva tua non c’è più posto per l’altro”, ha risposto Patton aggiungendo che “C’è una comunicazione che semplifica, i palestinesi non sono tutti di Hamas. E gli israeliani non sono tutti favorevoli al massacro di Gaza; stanno emergendo voci critiche anche di professori universitari, giornalisti, sindacati, ex politici. Noi dobbiamo schierarci dalla parte di chi soffre, dei più deboli: civili, bambini che per il terzo anno non potranno andare a scuola, delle famiglie degli ostaggi israeliani che non sanno se i loro cari sono vivi o morti. Nella speranza che l’esperienza della sofferenza non porti ulteriore odio ma comprensione delle sofferenze dell’altro per imparare ad accettarci, a riconoscere pari dignità, contro la de-umanizzazione dell’altro, i palestinesi in questa fase stanno sperimentando quanto accadde agli ebrei durante la Shoah. Israele vuole ristabilire la deterrenza, la paura”.

“Cosa possiamo fare noi, il Trentino?” ha chiesto in chiusura Nicoletti. “Fare pressione sui propri governi perché a loro volta facciano pressione sugli Stati Uniti e perché i Paesi del Golfo facciano pressione su Hamas perché deponga le armi. In un secondo momento si deve essere pronti eventualmente a forme di collaborazione. Ma questa è la parte più facile”.

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