“Non può esserci pace tra le nazioni senza pace tra le religioni”. Ne è convinto il Papa, che nel messaggio in inglese inviato ai partecipanti all’8° Congresso dei leader delle religioni mondiali e tradizionali, in corso ad Astana, ha rilanciato le parole di san Giovanni Paolo II nell’incontro storico dei leader religiosi ad Assisi nel 1996 e il Documento sulla fratellanza umana firmato nel 2019 da Papa Francesco e dal grande imam di Al-Azhar, Ahmad Al-Tayyeb, il quale “ha offerto un chiaro piano d’azione su come la sinergia religiosa possa promuovere la pace globale e la convivenza”.
“Abbiamo assistito a questo stesso spirito nell’ultimo incontro di questo Congresso nel 2022, dove leader di diverse fedi, incluso Papa Francesco, si sono uniti per condannare la violenza e l’estremismo, sostenere la cura dei rifugiati e chiedere a tutti i leader di lavorare insieme per la pace”, ha ricordato Leone XIV. “Questi impegni di alto livello si riflettono in azioni concrete – l’invito del Papa –: quando colpiscono disastri naturali, quando i rifugiati sono costretti a fuggire, o quando le famiglie soffrono di povertà estrema e fame, le comunità di fede spesso si uniscono, lavorando fianco a fianco per portare sollievo e speranza a coloro che ne hanno più bisogno”. “Il futuro che immaginiamo – un futuro di pace, fraternità e solidarietà – richiede l’impegno di tutte le mani e di tutti i cuori”, ha concluso il Pontefice, secondo il quale “quando i leader religiosi si uniscono in difesa dei più vulnerabili nella società, partecipano alla piantumazione di alberi per prendersi cura della nostra casa comune, o alzano una voce unita a sostegno della dignità umana, testimoniano la verità che la fede unisce più di quanto divida. In questo modo, la sinergia diventa un potente segno di speranza per tutta l’umanità, rivelando che la religione, nel suo nucleo, non è una fonte di conflitto ma una fonte di guarigione e riconciliazione”.