L’intelligenza artificiale e il mondo del lavoro sono stati al centro del convegno dell’Ucid di venerdì 19 settembre.
Sebastiano Vecellio Salto e Paolo Aliprandi, vincitori del Premio UCID 2024, sono stati i relatori dell’incontro.
Il presidente dell’Ucid Sandro Zeni ha aperto l’incontro con uno sguardo al contesto: “Ci troviamo ad affrontare ogni giorno l’impatto della evoluzione tecnologica, ma come esseri umani e cristiani dobbiamo porre al centro lo sviluppo di un nuovo umanesimo che non demonizza, ma fa proprie le possibilità dell’intelligenza artificiale. Se desideriamo garantire un futuro alle imprese del nostro territorio dobbiamo affrontare il tema e applicarlo al nostro operato quotidiano accogliendo il cambiamento. L’AI porterà profonde modifiche nelle relazioni fra individui, organizzazioni e istituzioni: la rivoluzione tecnologica modifica il senso del lavoro e del fare impresa. UCID ribadisce che anche al tempo dell’AI i valori profondi della dottrina sociale della Chiesa restano al centro: vanno però calati nel contesto attuale. Il Pontefice Leone XIV e la Chiesa tutta ci sta guidando verso questa riflessione”.
Ha aperto l’incontro Sebastiano Vecellio Salto, che ha posto al centro una delle questioni cruciali che riguarda i vertici dell’impresa: “Per voi che siete dirigenti e imprenditori, la prima domanda non deve essere “Dove impiegare l’AI?”, ma “Posso introdurre l’AI nella mia impresa senza causare danni? Oggi non è ancora legalmente e moralmente chiaro chi sia responsabile dei danni dell’AI. Non chiediamoci quindi solo cosa può fare l’AI, ma quando, dove, e come possiamo applicarla coscienziosamente. Oggi la vera necessità non è la potenza dei modelli, ma la trasparenza e la responsabilità”.
Paolo Aliprandi ha posto invece al centro un altro tema cruciale del potere della tecnologia AI: “Allo stato attuale della evoluzione è accertato che con l’inserimento dell’AI in azienda aumentano in modo esponenziale l’efficienza che le organizzazioni ottengono. Lo sguardo al futuro è la gestione del potere che ne deriva a livello globale. L’Intelligenza artificiale, in questa o in una futura forma, rappresenta il nuovo motore a scoppio, la nuova lampadina e la nuova bomba atomica. Chi saprà dominarla, avrà in mano i prossimi decenni. La domanda cruciale è: gli stati sono ancora al di sopra delle aziende? Gli stati avranno ancora il potere di governarne i processi etici e di gestione delle risorse umane o saranno le imprese che detengono la tecnologia a farlo?”.