Domenica 19 ottobre a Trento verrà ricordato l’eccidio da parte dei tedeschi della Divisione Acqui nel settembre 1943 a Cefalonia e Corfù, nelle isole Ionie, 82 anni fa, durante la Seconda guerra mondiale.
Alle 10 è in programma una Messa nella chiesa della S.S.Trinità officiata da don Franco Torresani e accompagnata dalle voci del coro Monte Calisio di Martignano. Seguirà il silenzio d’ordinanza con la tromba di Leonardo Massenzana davanti alla targa posta all’interno della chiesa. Alle 11.20 sarà deposta una corona d’alloro alla targa a ricordo che si trova nel giardino di fronte al tribunale. A mezzogiorno, all’hotel Vela, è in programma l’assemblea dell’associazione nazionale Divisione Acqui che ha promosso la commemorazione.
A Cefalonia e Corfù come a Santa Maura (più conosciuta come Lefkada), con l’armistizio dell’8 settembre 1943 che troncò l’alleanza con il Terzo Reich e il passaggio di campo del Regno d’Italia sotto l’ombrello anglo-americano, si consumò la tragedia della Divisione Acqui comandata dal generale Gandin che, dopo un referendum tra la truppa, decise di combattere i nazisti. Migliaia di ufficiali e soldati vennero massacrati dalla Wermacht a freddo o durante gli scontri. Ricostruire la “contabilità” dell’eccidio è sempre stato compito arduo, i balletti sulle cifre non sono stati pochi. Anche perché le carte della divisione sono andate disperse e quelle tedesche potrebbero non essere così attendibili.
Secondo gli storici più accreditati, su una forza di più di 11mila uomini della Acqui il totale dei caduti si aggira tra i 3800 e i 4000 ai quali vanno aggiunti gli oltre 1300 che annegarono durante l’affondamento delle navi che trasportavano i prigionieri da Cefalonia alla terra ferma. A questi vanno aggiunti i 600-700 militari uccisi dai tedeschi in combattimento a Corfù e Santa Maura. I trentini caduti durante gli scontri risultano 75 mentre quelli deceduti in prigionia o durante i trasferimenti navali arrivano a 77. Ma potrebbero essere di più.