Verso il 2010 si è prospettata la possibilità di documentare anche graficamente, con artisti molto validi, la storia della nostra Chiesa locale, perché fosse conosciuta a una più larga fascia della popolazione, per aiutare poi tutti a meglio cogliere il messaggio che ci giunge per oggi e per il futuro. Inizialmente pensavo a poco più di venti pergamene, poi l’entusiasmo degli artisti mi trascinò ad approfondire gli eventi ecclesiali, inscritti nella società tutta intera, non tralasciando le zone germanofone e il rapporto fra principato e diocesi. Così sono sorte cento immagini che hanno una continuità dimensionale , ma accolgono forme diverse di espressione secondo i tempi. Trenta immagini si riferiscono al periodo che va dagli inizi alla fine del millennio, altrettante dal conferimento del mandato civile di Principe all’apertura del Concilio di Trento, e quindi altre trenta fino al Vaticano II, per poi avviarsi con altre dieci verso il futuro.
Mons. Luigi Bressan, arcivescovo emerito (dal prologo di Una Chiesa in immagini, Vita Trentina Editrice 2025)
La vasta ricerca e produzione editoriale sulla storia del Trentino si è completata di una nuova opera, preziosa per la sua originalità, importante perché intreccia armonicamente – quasi come un concerto di voci ed espressività diverse che si compongono insieme – elementi e aspetti della storia della Chiesa trentina, con quelli della società civile. È questo un dato storico di fondo nel percorso millenario di questa terra fra i monti, dovuto non soltanto, come hanno confermato anche recenti studi specialistici del prof. Emanuele Curzel sulle antiche pievi medievali e di don Severino Vareschi sulle parrocchie, alla presenza istituzionale del Principato vescovile, ma sorte e alimentate “dal basso”, da una profonda sensibilità popolare, da un’etica del lavoro e della solidarietà sorretta da valori cristiani che costituisce il vero patrimonio umano del Trentino.
L’opera consiste in un volume di 235 pagine, ideato e curato da Mons. Luigi Bressan, arcivescovo emerito della diocesi che s’ intitola “Una Chiesa in immagini – Tracce di storia della Chiesa trentina” e si compone di cento tavole pittoriche sui momenti salienti della storia della diocesi di San Vigilio, dal primo cristianesimo ai tre giovani di Cappadocia, martiri a Sanzeno, dal Concilio ai giorni nostri. E accompagnate da altrettante pagine contenenti ampie didascalie sui vari momenti di storia rappresentati (una tavola, una pagina di testo a fronte) in un intreccio efficace e persuasivo che dà coerenza a tutto il messaggio e alla struttura del lavoro.
L’opera, infatti, si presenta, nel suo aspetto comunicativo semplice e chiara, ma suscettibile di suscitare approfondimenti e riflessioni su problemi sempre aperti, un contrappunto fra tradizione e innovazione.
La tradizione viene dal fatto che il volume della storia per immagini riecheggia l’antica prassi della cultura cristiana di unire “cielo e terra”, lode e ricerca del popolo di Dio-Chiesa verso il Creatore, attraverso immagini d’arte che raccontano storie di umanità, ma esprimono allo stesso tempo quella tensione verso l’assoluto che anima poi anche i più piccoli aspetti della vita quotidiana. Lo testimonia tutta l’arte sacra, dai primi dipinti nelle catacombe ai mosaici bizantini di Ravenna, dai dipinti delle chiese rupestri in Cappadocia fino agli affreschi nelle cattedrali romaniche (la Bibbia dei poveri!) e ai grandi rosoni gotici. In questo senso il libro sulla “Chiesa in immagini” si può considerare anche una sorta di “bibbia” storica per chi si trova impoverito oggi dall’essere indotto a un eccessivo cliccare sui “social” per apprendere le vicende della propria terra, mettendosi a rischio di “fake news” ed altre distorsioni.
L’innovazione del libro viene invece dal fatto che l’illustrazione dei momenti storici è stata affidata non ad una ricerca iconografica delle vecchie immagini di riferimento, ma commissionata appositamente ad una serie di artisti trentini anche molto diversi fra loro per stile ed ispirazione: basti ricordare Fabio Nones maestro riconosciuto a livello internazionale per le icone, Gelsomina Bassetti, Silvio Magnini, Bruno Degasperi, e poi Marco Arman, interprete dello spirito del territorio, ma anche Fabio Vettori, con le sue famose formichine, molto efficaci nelle tavole che esprimono movimenti di popolo e di fedeli, celebrazioni, processioni.
Questo “trovarsi insieme”, in molti e diversi a dipingere dentro” uno stesso progetto, conferisce a tutto il libro un ‘impronta corale di grande coerenza e al tempo stesso una grande dinamicità, una strada aperta che anche altri potranno percorrere, aggregandosi al gruppo dei pittori, un “work in progress” che invita a portare nuova partecipazione, nuovi contributi, integrazioni e proposte. Una strada da percorrere assieme, anche per ribadire il ruolo che la diocesi di Trento e il Trentino hanno avuto nella loro storia intrecciata, di raccordo fra realtà culturali e geopolitiche diverse, di ponte fra Italia e Germania, impero e papato, Venezia e Tirolo, un ruolo che prosegue e dovrà proseguire con la vocazione all’ecumenismo (Paolo VI e Chiara Lubich). Una storia in cammino verso il futuro, che dovrà essere sostenuta dalle genti delle città e delle valli perché il Trentino possa essere una terra di pace, che sa portare pace.
Questo appare il significato del libro, il senso della sua profondità oltre che originalità nell’uso dell’arte sacra. Lo esprimono bene due considerazioni. La prima viene dal sottolineare come la scansione dei capitoli, poi affidati agli artisti e impreziositi da cornici con agganci a motivi decorativi realmente esistenti nelle chiese, sia molto rigorosa e attenta, senza alcun cedimento a personalismi e trionfalismi (anche figure di spicco come il Clesio, i Madruzzo o l’Endrici, vengono presentate sempre nel contesto, spesso problematico se non contradditorio dei loro tempi), la seconda da una delle pittrici che mons. Bressan cita nel ringraziare i suoi collaboratori, ed è Caterina Ryu, “sposata Han, una signora coreana che già anni fa mi offrì una pittura sull’abbraccio di pace che oggi serve ad illustrare l’Accordo Degasperi Gruber, che tanto influsso ebbe pure sulla vita diocesana”.
Buona lettura!