Presentato “Trame di speranza”, il nuovo Rapporto sociale della Chiesa trentina

Si è aperta con il sentito ricordo di don Mauro Leonardelli la presentazione di “Trame di speranza“, il nuovo Rapporto sociale della Chiesa trentina realizzato attraverso l’attività della Fondazione Caritas Diocesana e della rete delle Caritas parrocchiali attive sul territorio. “L’anno scorso don Mauro era qui, e quanto ha fatto per i poveri è sotto gli occhi di tutti. Più passano i mesi e più ci arrivano dati che raccontano di un uomo che ha avuto il suo focus nei poveri”, ha detto l’arcivescovo di Trento Lauro Tisi aprendo il partecipato incontro dedicato ai dati, alle storie e alle tendenze sulla povertà in Trentino emerse nel 2024 nei servizi Caritas.

“Sono dati che rappresentano solo la punta dell’iceberg di un numero più ampio di poveri che sono presenti nella nostra società. Chi sta rinunciando a curarsi, chi vive il disagio della solitudine, chi conosce il peso pesante della depressione, chi vive l’insicurezza di un lavoro precario“, ha detto l’Arcivescovo, prima di sottolineare alcuni dei principali campanelli d’allarme emersi dal Rapporto, dalle condizioni del mondo del lavoro, “che oggi non consentono al lavoro di esprimersi nella sua dimensione più bella”, alle difficoltà di trovare casa: “Penso ai fratelli migranti, esistono tante persone che lavorano ma non hanno casa. È inaccettabile che lavoratori che stanno sostenendo il nostro PIL non abbiano neppure la sicurezza di una casa. Poi il mondo dei giovani, costretti a immaginare un futuro dovendo fare i conti con la precarietà. In questo quadro è molto triste vedere una narrazione, nell’opinione pubblica, fatta di letture semplificate e esibizionistiche, che vorrebbero nascondere i problemi e farci credere che tutto funziona al meglio”.

Dal vescovo Lauro, quindi, il richiamo all’attenzione alla pace (“tema che purtroppo vedo poco frequentato. Andrebbero fatte riflessioni importanti sulle armi e sul loro commercio. Quando è triste questo clima di guerra, questo linguaggio di guerra entrato nelle istituzioni anche europee”), e all’ambiente, argomento troppo spesso silenziato, e un grande ringraziamento “al mondo Caritas, ai tanti volontari, in dialogo con le tante realtà presenti sul nostro territorio, anche nel mondo laico, e vedo una grande sintonia anche nel dare le risposte”.

“Un report che racconta di tanta fatica e anche di tante risorse”, lo ha definito Annalisa Pasini, Delegata dell’Area Testimonianza e Impegno sociale dell’Arcidiocesi di Trento. “La parola chiave è ‘collaborazione‘, quella con le persone che si rivolgono ai servizi Caritas, perché come vediamo da Report le forme della povertà sono tante, intrecciate e difficili. Noi ci proponiamo di stare accanto alle persone e costruire assieme a loro percorsi condivisi di accompagnamento. Ma collaborazione anche tra gli operatori, un movimento di volontari straordinario. Infine la collaborazione sia al nostro interno come Diocesi, ma anche con le istituzioni e tutte le realtà che si occupano di povertà, perché la povertà è un tema che riguarda tutti, e se vogliamo dirci società umana, tutti dobbiamo imparare a fare qualcosa per costruire comunità capaci di prendersi cura“.

Fa riferimento all’esortazione apostolica Dilexi te di papa Leone XIV invece Fabio Chiari, referente Caritas: “Ci parla dei poveri e ci richiama al fatto che i poveri sono il luogo in cui il Signore continua a parlarci. E noi come Chiesa di Trento vogliamo e siamo impegnati in questo lavoro. I poveri ci parlano ma a volte il loro linguaggio non è facile, non ci piace, a volte è provocatorio o ci mette in croce. ma questa è la nostra vocazione, e per questo voglio ringraziare tutti gli operatori e volontari che lavorano con vocazione e dedizione”.

A presentare il rapporto nel dettaglio è stato quindi Giulio Bertoluzza, dottorando presso il Dipartimento di Scienze Umane e Sociali dell’Università di Bergamo, che ha curato il Report: “Trame di speranza, già dal titolo, vuole rappresentare la rete di collaborazione esistente sul territorio, guardando ai servizi portati avanti restituendo una visione di insieme”. Sono diversi, però, i volti evidenziati dal documento: oltre alla dimensione economica, pesano solitudine, instabilità della casa, fragilità di salute e lavoro intermittente. Una povertà che la rete Caritas incontra ogni giorno grazie all’impegno degli operatori di Fondazione Caritas Diocesana e di oltre 1.300 volontari, presenza capillare e sentinella attenta nei territori. Un sostegno reso possibile anche dai fondi dell’8xmille destinati alla carità e dalla generosità di numerosi benefattori. Il Rapporto conferma un territorio attraversato da fragilità nuove e persistenti, in cui la casa, il lavoro “povero” e il costo della vita continuano a incidere su migliaia di famiglie. Allo stesso tempo restituisce l’immagine di una rete solidale che, grazie all’impegno delle comunità parrocchiali, di operatori e volontari, riesce ogni giorno a sostenere persone e nuclei familiari in situazioni complesse. È all’interno di questa trama di relazioni – fatta di ascolto, prossimità e responsabilità condivisa che la Chiesa trentina vede la strada possibile per rafforzare il tessuto sociale del territorio e costruire risposte più giuste, durature e inclusive.

Sono invece ben 2.476 i nuclei familiari – leggermente più dei 2.425 del 2023 – che nel 2024 hanno chiesto aiuto ai 39 Centri di Ascolto Caritas, come si evidenzia nell’Area comunità del rapporto.Calcolando una dimensione media familiare di 2,9 componenti, si può stimare che l’intervento di Caritas abbia raggiunto oltre 7.000 persone sul territorio diocesano. Il dato più significativo riguarda chi bussa per la prima volta: 1.020 famiglie nuove. Un numero che racconta una vulnerabilità in movimento, che intercetta famiglie fino a ieri stabili ma oggi incapaci di sostenere affitti, bollette e spese essenziali. Gli aiuti economici distribuiti – 697.000 euro dai Centri di Ascolto e 140.000 euro dal fondo InFondo Speranza – hanno permesso a molte famiglie di affrontare spese essenziali: abitazione, utenze, alimenti, cure mediche. Gli Empori solidali, luoghi dove si fa la spesa con una tessera a punti proporzionata al nucleo familiare, sono diventati spazi di sostegno materiale e relazionale. Nel 2024 gli Empori-i più strutturati sono a Trento Nord, Pergine e Valle dei Laghi -ei punti di distribuzione viveri hanno sostenuto 1.325 nuclei familiari, pari a 3.658 persone.

Rispetto ai servizi per la grave marginalità, il Rapporto 2024 conferma una pressione elevata: 488 persone accolte nella Casa “Mons. Bonomelli”, 374 nella struttura notturna di via Lavisotto, 314 al “Portico” di Rovereto. Nelle Mense della Provvidenza vengono serviti 180 pasti al giorno a Trento, 45 a Rovereto. Le richieste allo Sportello per l’accoglienza aumentano di circa il 30% rispetto al 2023, con una presenza crescente di giovani uomini nordafricani in attesa dell’avvio della procedura di protezione internazionale.

Grave anche la situazione dell’Area abitare. La casa, infatti, appare come la principale criticità che attraversa ogni altro bisogno. Nel 2024 l’Area abitare registra 191 persone accolte, contro le 149 del 2023. L’aumento è dovuto all’ampliamento del Progetto App su Rovereto e all’attivazione di un nuovo servizio con 15 posti aggiuntivi a Trento.

Incremento importante anche per le realtà dell’Area progetti, come testimoniano i progetti legati al riuso e alla ridistribuzione – negozi Altr’Uso, magazzini del mobile, servizio carcere – rappresentano una parte importante del lavoro Caritas: oltre 40.000 accessi, più di 60.000 capi ridistribuiti (in crescita a Rovereto) e iniziative solidali come gli “scontrini sospesi” (1.300 euro raccolti).

Quindi i numeri dell’Area migrazioni, che presentano un calo, ha spiegato Bertoluzza, “dovuto più a fattori come alla riduzione dell’emergenza ucraina o alla chiusura di una struttura che ha ridotto i posti complessivi, che alla riduzione del bisogno vero e proprio”. Nel progetto Una Comunità Intera (UCI), dedicato ai richiedenti protezione internazionale, sono state accolte 101 persone, soprattutto in appartamenti e canoniche. Resta critica la tempistica nazionale di accesso al sistema, con ricadute importanti su salute mentale e progettualità di vita.

Per quanto riguarda il tema degli aiuti economici, il Rapporto evidenzia come, nonostante la presenza di strumenti pubblici di sostegno – l’Assegno di inclusione, che in Trentino nel 2024 ha raggiunto 1.036 nuclei familiari (circa il 4% di quelli in povertà), e la quota A dell’Assegno unico provinciale, erogata a 9.126 famiglie – una parte consistente delle persone in difficoltà resti priva di qualsiasi aiuto economico. Anche i contributi comunali coprono una quota limitata dei bisogni. In questo contesto, gli aiuti Caritas – 837 mila euro complessivi nel 2024, destinati ad affitti, utenze e spese essenziali come sopra menzionato – rappresentano un presidio fondamentale accanto al welfare pubblico, capace di intercettare le situazioni più urgenti e di costruire relazioni di fiducia con le famiglie sostenute.

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